Ambiente

«Animali in Città 2022», le Ats «bresciane» guidano la classifica di Legambiente

Il rapporto dell'organizzazione ambientalista sui servizi riservati agli animali pone entrambi gli enti della nostra provincia sul podio
Cane e gatto, i più diffusi tra gli animali d'affezione (simbolica)
Cane e gatto, i più diffusi tra gli animali d'affezione (simbolica)
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Legambiente ha assegnato il Premio nazionale «Animali in Città 2022» ad alcune delle realtà virtuose nell'offerta di servizi e in azioni dedicate alla prevenzione. Come già nella passata edizione, tra i premiati figurano i Comuni di Prato, Modena e Verona: al primo, secondo e terzo miglior risultato tra tutti i 986 che hanno fornito dati.

Ma a spiccare è il risultato ottenuto dalle due Ats che interessano il Bresciano: Ats della Montagna figura infatti in testa alla classifica stilata, sulla base dei dati certificati dai singoli enti, per i servizi erogati a favore di bestiole e di chi se ne prende cura, mentre Ats Brescia è al terzo posto (seconda l'Ausl Toscana Centro). Un risultato comunque significativo visto che erano complessivamente 42 le realtà che hanno fornito dati. Per Ats Brescia si tratta di una prima volta sul podio.

I casi di Salò e Bovegno

Per il resto, c'è davvero poca Brescia nell'analisi dell'associazione ambientalista. Sul fronte delle Amministrazioni, si segnalano agli opposti due comuni. Il primo è Salò, che nel novero degli enti locali che hanno fornito dati (invero ridotto: circa il 30% del totale lamenta Legambiente) è quasi da primato negativo per rapporto tra numero di residenti e cani censiti nell'anagrafe canina: nella bella cittadina gardesana, infatti, figura un Fido ogni 807,2 residenti, all'opposto di Modena, che conta invece un fedele quadrupede ogni 2,7 abitanti. 

Si distingue virtuosamente, al contrario, stando ai dati analizzati da Legambiente Bovegno, comune quasi da record per numero di aree verdi riservate ai cani: il paese trumplino è quarto assoluto in Italia presentando un'area ogni 680 cittadini. Considerato il numero di residenti (2.172, dato Istat), si direbbe tre.

Il rapporto

Spesa pubblica in aumento, disparità territoriali, ritardo sulle sterilizzazioni, milioni di «animali fantasma» e scarsa attuazione di regolamenti nella prevenzione: l'Italia è fortemente indietro nella sfida di garantire il benessere animale in città, con conseguenze di tipo economico, sociale e ambientale.

È questa la fotografia che dell'Italia traspare dall'11esimo rapporto nazionale «Animali in Città» di Legambiente (presentato oggi) sui servizi offerti dalle amministrazioni comunali e dalle Aziende sanitarie per la gestione degli animali d'affezione e la convivenza con animali padronali e selvatici in contesti urbani. 

Legambiente è tornata a ribadire una serie di proposte, a partire dall'urgenza di un'anagrafe unica nazionale obbligatoria per tutte le specie animali d'affezione o compagnia (ad oggi obbligatoria solo per i cani). Lo scopo è quello di fornire i servizi necessari ai cittadini e realizzare i controlli, anche in ambito sanitario, per prevenire criticità, migliorare e
rendere sicura la convivenza con gli amati «pet», superando la frammentarietà delle informazioni regionali. Soprattutto alla luce dell'annuncio della Direzione generale della Sanità animale del Ministero della Salute di una sua approvazione entro il 2023.

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