L’archivio del GdB, una miniera di «pepite» da condividere

Sto lavorando in una miniera. In senso metaforico. A suggerire l’immagine è lo spazio destinato all’archivio fotografico del giornale al secondo piano sotterraneo, ma quella da esplorare è in realtà una vera e propria miniera: iconografica. Con le sue varie vene minerali (tematiche), i suoi filoni più o meno ricchi da seguire, e di sicuro tante «pepite» (storie) che aspettano solo di riemergere dalla memoria sedimentatasi in ottant’anni di cronache approdate sulle pagine del GdB.
La ricorrenza del 2025 ha offerto l’occasione per fare il punto e «rilanciare» il valore pubblico del notevole e in parte esclusivo patrimonio culturale del giornale, rappresentato appunto dal suo archivio fotografico. Un patrimonio che è da considerarsi un bene comune di questo territorio e della comunità che lo abita e che si riconosce come tale anche grazie al fatto che dal 27 aprile 1945 si è vista raccontata e rispecchiata dal «Brescia», come familiarmente i bresciani chiamano il GdB.
Lo spiega bene la Dichiarazione universale Unesco sugli archivi: «Gli archivi giocano un ruolo essenziale nello sviluppo della società. Patrimonio unico, prezioso e insostituibile, trasmesso di generazione in generazione… concorrono alla costituzione di un’identità collettiva e permettono la crescita della conoscenza».
Archivi, dunque, da trattare come fondamenta essenziale del nostro futuro. È una «mission» impegnativa, che anche il GdB intende raccogliere, studiando un progetto per salvaguardare anzitutto questo «lascito», e poi per renderlo in qualche forma fruibile, catalogandolo e valorizzandolo, anche per una platea di cittadini più ampia della sola redazione. L’attenzione si sta focalizzando in particolare su un fondo acquisito dal GdB anni fa: l’archivio storico dell’agenzia Eden, formata dai fotografi Bruno e Oliviero Massadi, Pierre Putelli e Mino Renica, che per il giornale hanno documentato «scrivendo con la luce» - come suggerisce l’etimologia di fotografia - eventi, cronache, storie e personaggi della città e della provincia per 40 anni. Si tratta dei negativi di 83 mila servizi fotografici realizzati tra il 1967 e il 2007.
Al momento, si stanno scandagliando alcuni «filoni» di questi servizi come di altre raccolte fotografiche minori conservate nell’archivio GdB. Di recente alcuni scatti inediti sono stati ritrovati e pubblicati, ad esempio, per il cinquantenario della strage di Piazza Loggia, o - in un contesto certo meno drammatico - per lo scudetto del Rugby Brescia nel 1975.
Le «pepite» man mano ritrovate - come ad esempio i fotogrammi «rubati» nel 1980 al Grande durante l’ultimo concerto di Arturo Benedetti Michelangeli a Brescia - e i «carotaggi» effettuati nell’archivio troveranno spazio durante quest’anno celebrativo nella rubrica «Accadde oggi» sul GdB, in clips sui social e sul sito online, e infine in autunno nella mostra celebrativa per gli ottant’anni. Tutto perché la nostra diventi sempre più una memoria conosciuta e condivisa tra le diverse generazioni.
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