80 anni GdB

Anni ‘50, al Grande arriva la Callas e a Gardone sorge il Vittoriale

Le difficoltà sono ancora numerose, ma la voglia di divertimento e svago trova presto spazio. In queste periodo nasce la tv
La Callas è Aida al Grande: il GdB del 3 febbraio 1951 - © www.giornaledibrescia.it
La Callas è Aida al Grande: il GdB del 3 febbraio 1951 - © www.giornaledibrescia.it
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Il periodo, appare chiaro, non è dei più facili. Anzi, le incertezze sono molte. Ma così pure la voglia di lasciarsi alle spalle i disagi del primissimo dopoguerra e di guardare ad un futuro più luminoso. Almeno quanto gli sfavillanti tubi catodici della neonata tv.

Il 3 gennaio 1954 la Rai avvia le trasmissioni e il GdB dedica a questa nuova forma di intrattenimento una rubrica nella «terza pagina» (tradizionalmente quella riservata a cultura e spettacoli): si intitola «Asterischi tv». Il bilancio del primo anno di trasmissioni è sull’edizione del 2 gennaio 1955, a firma di Gino Pugnetti, che non esita a fare due conti in tasca ai telespettatori: il canone che oscilla dalle 18 alle 26mila lire in base al numero di rate scelte assommato al prezzo d’acquisto dell’apparecchio tv che varia tra le 160mila e le 240mila lire appare ancora al di sopra delle possibilità di molti utenti potenziali (lo stipendio medio di un impiegato nei primi anni ‘50 è di circa 50mila lire).

E se la tv suscita comunque emozioni, non da meno è l’opera: al Grande arriva Maria Callas (fresca sposa dell’imprenditore e suo mecenate Giovanni Battista Meneghini, grazie al quale si legherà di lì a un paio d’anni alla vicina Sirmione), allora non ancora nota al grande pubblico, ma il critico del GdB, Alfredo Gatta, caldeggia il 3 febbraio 1950 la sua bravura, accanto a quella del tenore Mario Del Monaco, con lei protagonista sulla ribalta nell’Aida («che stupenda voce di soprano lirico e drammatico la sua: limpida, corposa, cordiale»).

E a proposito di ribalte, in via Gramsci 13 nasce il Piccolo teatro Città di Brescia: esperienza che porterà la compagnia sino al Grande nel 1953, a proporre una Antigone in Castello per l’inaugurazione del Museo delle Armi l’anno seguente e nel 1955 di nuovo al Grande con Il Gabbiano di Cecov e la firma di Mina Mezzadri.

Anche in provincia non mancano le novità culturali: una su tutte, l’annuncia il GdB del 6 agosto 1953. Si tratta dell’apertura del Museo del Vate al Vittoriale, con proiezione di Cabiria, film sceneggiato dal poeta, al Rimbalzello. Oggi il Vittoriale ha superato le 300mila presenze: era l’inizio di una storia di successo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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