Tre studenti di Lumezzane in Malawi per imparare cosa significhi la cooperazione

Angela, Emma e Alberto durante la loro permanenza, tra le varie attività, hanno dipinto alloggi e realizzato due campi da tennis
Angela ed Emma (quarta e terza da dx) e Alberto (accovacciato) - © www.giornaledibrescia.it
Angela ed Emma (quarta e terza da dx) e Alberto (accovacciato) - © www.giornaledibrescia.it
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«Non avremmo mai pensato che in meno di un mese avremmo potuto imparare così tanto»: Angela, Emma e Alberto, tre studenti del Liceo scientifico con indirizzo sportivo di Lumezzane, raccontano così il loro luglio in Malawi. «Il nostro Istituto - dicono i tre studenti - ci ha offerto la magnifica opportunità di immergerci in una cultura nuova, completamente differente dalla nostra».

I tre studenti sono stati coinvolti nel progetto «Sport Aid for Malawi», ideato 5 anni fa dal docente di educazione fisica di Palazzolo Marco Bovi. Tutto è iniziato da una collaborazione con le suore Sacramentine di Bergamo nelle città di Ntcheu e Monkey Bay. Si è così sviluppata una sinergia tra il docente, gli istituti scolastici ed alcuni sponsor: grazie alla donazione di un imprenditore locale sono state istituite tre borse di studio. Ed è proprio grazie a queste che gli studenti sono potuti partire alla volta del Paese africano.

L’esperienza

«Vivendo in Malawi per tre settimane abbiamo sperimentato una realtà lontanissima dalla nostra - dicono orgogliosi i tre studenti -, dove tutte le comodità cui siamo abituati non esistono. Non è stato facile, ma la bellezza del luogo e la gioia delle persone che abbiamo incontrato hanno compensato ogni mancanza».

Durante la loro permanenza i tre hanno portato a termine un progetto specifico: dipingere gli alloggi e realizzare due campi da tennis per i bambini di Gumbu. Inoltre hanno realizzato un campo da basket e imbiancato le mura che lo circondano. «Non è mancato il contatto con la gente del posto alla quale abbiamo portato sacchi di Chimanga (mais) per il loro pasto quotidiano - raccontano gli studenti -. Abbiamo collaborato con altri otto volontari con i quali abbiamo condiviso questa esperienza, instaurando con loro un rapporto di sincera amicizia. Difficile riuscire a inquadrare con precisione cosa abbiamo imparato: siamo tornati in Italia solo da pochi giorni, ma siamo certi di aver lasciato una parte del nostro cuore in Malawi, un posto che davvero non potremo mai dimenticare».

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