Se 50mq sono pochi anche per la baionetta di Rigoni Stern

l Gruppo alpini di San Sebastiano è ora in cerca di spazio per allargare il proprio museo
AA

Il Gruppo alpini di San Sebastiano, che ha come punto di riferimento l’attuale sede da quindici anni, è ora in cerca di spazio per allargare il proprio museo.

«Ci serve uno spazio almeno doppio dell’attuale, che è di 50 mq - afferma Giuseppe Freddi, responsabile culturale del gruppo -. Il lascito testamentale di Domenico Gabella di Collecchio, merita di essere esposto, affinché pubblico e scuole lo possano vedere».

Materiale bellico disattivato e certificato, divise della prima guerra mondiale per cui servono molti manichini, buffetteria militare, campioni di maschere antigas prodotte e mai messe in commercio: questo il materiale. Pezzi storici, tutti da rivalutare. Tra gli oggetti esposti, anche la baionetta dello scrittore Mario Rigoni Stern che la donò a Carlo Amigoni, reduce di Vestone. 

Tornando al lascito, è stato donato da Gabella dopo aver visto la sede e il museo già esistente, creato grazie all’infaticabile impegno degli alpini del gruppo di San Sebastiano e dei numerosi «amici degli alpini». Il gruppo spera di avere uno spazio nel futuro polo culturale, che verrà creato proprio a fianco della sede e di fronte al parco Don Gnocchi. La domanda al Comune, per ora senza risposta, è stata presentata lo scorso settembre.

Chi, oggi, entra nel museo, è accolto dal busto di Serafino Gnutti, a cui il gruppo è titolato e trova una serie di reperti che danno vita alla memoria storica degli alpini. Reperti usati nelle due grandi guerre, ma anche la ricostruzione stilizzata in legno della mitragliatrice Breda «M30» usata dai militari nel secondo conflitto mondiale, di cui mantiene la parte originale nella canna finale. Non mancano anche diversi pezzi e ricordi lasciati dai reduci di Lumezzane.

Un bel colpo d’occhio è dato dai «diorama», dove vengono raffigurati eventi bellici di cielo, terra e mare che impreziosiscono la sala e offrono alla fantasia del visitatore un salto nel passato. Un vero gioiello è poi la videoteca, ricca di documenti storici sul corpo degli alpini e sulle loro vicende, dai grandi conflitti all'impegno nella protezione civile. Il gruppo è impegnato anche nella promozione del libro «Tracce della guerra alpina tra i ghiacci dell’Ortles e l'Adamello», di Bepi Magrini e Mauro Novello, il cui ricavato andrà alla fondazione Nikolajewka di Brescia. «La stampa è stata pagata da imprenditori locali - conclude Freddi -, per cui il ricavato delle vendita sarà interamente devoluto alla Fondazione». Per prenotare il libro, contattare Freddi al 328 8544910.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia