Omicidio Bailo: la telefonata e l'interrogatorio di Pasini

La confessione dell'amante diventato assassino che pochi giorni prima diceva al nostro cronista: «Io non c'entro»
Fabrizio Pasini, l'omicida, e Manuela Bailo, la vittima - Foto © www.giornaledibrescia.it
Fabrizio Pasini, l'omicida, e Manuela Bailo, la vittima - Foto © www.giornaledibrescia.it
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«Non volevo spingerla, era come si fa quando si dice a uno "ma dai smettila". Non era una spinta, era un colpetto leggero sulla spalla che però... le ha fatto perdere l’equilibrio e l’ha fatta cadere, perché poi è ruzzolata giù dalle scale». Sono le parole che Fabrizio Pasini pronuncia davanti al gip Giulia Costantino e al pm Carlo Milanesi nel corso dell’interrogatorio in carcere del 23 agosto di un anno fa. «Nella mia testa al posto di chiamare aiuto, ho pensato di provare a bagnarla in testa e svegliarla. Aveva perso i sensi» racconta l’ex sindacalista. «L’ha presa in braccio?» chiede il giudice. «Sì» risponde Pasini. «L’ho adagiata in parte al lavandino lì in terra. Ho preso un attimino di acqua, mi sono abbassato e l’ho trovata lì tutta... c’era sangue dappertutto. Al posto di essere bionda era rossa. Le dicevo «no Manu, non fare questo, che succede?» spiega Pasini.

 

«Come mai ha pensato di nascondere il corpo?» chiede il gip. «Dovevo spiegare alla famiglia perché c’era Manuela a casa di mia mamma e poi continuavo a pensare alla sua testa rotta. Alla fine la cosa più sbagliata che potevo fare era quella di nasconderla... ed invece... alla fine sembrava al momento quella più giusta». Per gli inquirenti Manuela Bailo è stata però uccisa con un taglio alla gola con un’arma bianca mai trovata. «L’ho visto, è un un taglio molto preciso. Le chiedo se ha commenti da fare su questo» interviene il pm rivolgendosi a Pasini che replica: «Non ho usato nessuna arma bianca. No, assolutamente».

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