Omicidio Bailo: «Il massimo della legge è l'ingiustizia»

Dopo la decisione della Procura generale di non ricorrere in appello per il riconoscimento della premeditazione, parla la sorella della vittima
ARIANNA BAILO: "SIAMO ADDOLORATI"
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«Siamo davvero addolorati per la decisione della Procura Generale. A prescindere dagli aspetti tecnici della decisione, sui quali non vogliamo addentrarci, ci dispiace davvero che possa passare il messaggio della resa dello Stato di fronte a una persona che, ora che la sentenza è diventata definitiva, possiamo chiamare per quello che è. Fabrizio Pasini è un assassino»: così Arianna Bailo, sorella di Manuela uccisa nel 2018, dopo al decisione della Procura di non presentare ricorso in Cassazione contro la sentenza a 16 anni di carcere.

«La Procura, esattamente come noi, ha sempre creduto alla tesi della premeditazione - ha detto -, non per partito preso, ma perché vi erano numerosi elementi. Tuttavia questo non è bastato. Non abbiamo mai cercato vendetta, perché quello che Fabrizio Pasini ha tolto a Manuela, e a noi, nessuno potrà restituirlo. Avremmo voluto però almeno giustizia». 

L’intero processo è ruotato attorno all’aggravante della premeditazione. Contestata dal pm Francesco Milanesi nel corso delle indagini, ma mai riconosciuta in aula. 

Resta l’amaro: «Purtroppo è proprio vero che spesso il massimo della legge è il massimo dell'ingiustizia»

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