No di due ministeri alla centrale turbogas all’ex Stefana di Nave

La questione con la Duferco resta però aperta in sede amministrativa
Il progetto da realizzare in via Bologna - © www.giornaledibrescia.it
Il progetto da realizzare in via Bologna - © www.giornaledibrescia.it
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È un diniego che non ammette più repliche quello espresso dai Ministeri della Transizione ecologica e della Cultura sul rilascio della Via (Valutazione di impatto ambientale) relativa alla centrale a turbogas che Duferco avrebbe voluto realizzare nello stabilimento ex Stefana di via Bologna.

Lo scorso 3 marzo si è tenuta, per via telematica, la conferenza dei servizi conclusiva nel corso della quale è stato confermato, in via definitiva, il no dei Ministeri alla concessione della Via, che avrebbe portato come step successivo al rilascio del Provvedimento unico ambientale. Ad avere un peso determinante in questa vicenda è stata la collocazione del territorio di Nave all’interno della fascia 1, zona critica nella quale, secondo quanto stabilito da una apposita legge regionale, non si possono realizzare centrali che abbiano l’unico fine di produrre corrente per scopi commerciali.

Aspetto, quest’ultimo, che l’azienda ha contestato sin dall’inizio affermando che «non si tratterebbe di un impianto commerciale, dal momento che verrebbe gestita da Terna per riequilibrare il sistema elettrico sempre più formato da energie rinnovabili».

Che Duferco non avrebbe lasciato cadere la questione è stato chiaro sin da subito: «La battaglia per ora è persa ma, finchè ci sarà la possibilità, continueremo a far valere le nostre ragioni» aveva affermato al Giornale di Brescia il presidente di Duferco Italia Holding Antonio Gozzi all’indomani del parere negativo espresso dal Mite lo scorso 23 gennaio. E così è stato. Negli scorsi giorni quindi l’azienda ha depositato delle motivazioni aggiuntive al ricorso presentato lo scorso 30 giugno al Tar di Brescia contro il Ministero della Transizione ecologica e la Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale Via e Vas. In sede amministrativa la questione è quindi ancora aperta.

A Nave il sindaco Matteo Franzoni si dice «pronto a sedersi ad un tavolo con l’azienda per discutere del futuro dell’ex sito industriale, che dovrà necessariamente tenere in considerazione i parametri ambientali e la salute di noi cittadini». 

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