L’incendio di Concesio manda in fumo cinque attività

Ci sono volute quasi dodici ore per domare l’incendio divampato attorno alle 15 di domenica in uno dei capannoni di via Antonio Segni 10, nella zona artigianale della frazione di Campagnole. Sul posto, fino quasi alle tre del mattino, hanno lavorato oltre venti squadre di Vigili del fuoco con una settantina di operatori. Quel che è restato, una volta sconfitte le fiamme, è a dir poco impressionante: solo alcune parti del capannone sono rimaste in piedi e, all’interno del suo perimetro, sono ammassate macerie a perdita d’occhio, tanto che al Comune di Concesio non è restato che emanare, ieri, una ordinanza di inagibilità e sgombero dell’area.
Quanto alla villetta quadrifamiliare posta sulla destra del capannone, la struttura è in attesa di essere sottoposta a una verifica strutturale e nel frattempo le famiglie che la abitano si sono trasferite dai parenti. «Non sappiamo ancora dove abbia avuto origine il rogo, sono in corso le indagini per appurarlo - spiega il vicesindaco di Concesio Guido Lazzari -. Nel capannone avevano sede cinque attività: una rivendita di auto, un deposito di tessuti, una azienda di pulizie industriali, un fabbro e la Fpf (si occupa di fornitura e produzione di impianti e condotte in materiale plastico ndr)».Se la causa scatenante è al momento ancora al vaglio, di certo c’è che nel devastante incendio cinque tra imprenditori e artigiani hanno visto il lavoro di una vita andare letteralmente in fumo. Lo stesso, denso e nero, che nel pomeriggio di ieri si è alzato, insieme a un acre odore di plastica bruciata, dall’area artigianale verso Collebeato e i paesi della Valle del Garza.
Non solo a Concesio, ma anche a Nave, Caino e Collebeato i gruppi di Protezione civile e le Amministrazioni comunali hanno raccomandato agli abitanti di tenere le finestre chiuse e di consumare i prodotti dell’orto solo dopo una accurata sanificazione. Ieri, nonostante la colonna di fumo si fosse esaurita, il Comune ha preferito in via precauzionale sospendere le attività all’aperto come i grest, che riprendono oggi.
Ora è in corso il monitoraggio di Arpa per mezzo di un campionatore d’aria installato nel giardino della biblioteca. Il rischio è che la plastica bruciata abbia liberato nell’aria microinquinanti come le diossine.
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