Centro commerciale a Villa Carcina, il Tar respinge il ricorso

«Inammissibile per difetto di giurisdizione»: così hanno motivato i giudici di Brescia in merito all'azione del comitato dei cittadini
La sede del Tar -  © www.giornaledibrescia.it
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«Inammissibile per difetto di giurisdizione». Così si è pronunciato martedì 4 gennaio il Tar di Brescia in merito al ricorso presentato da Ivano Scalvini e Isaia Mensi del comitato «I cittadini contano. No al centro commerciale di via Marconi» relativo al referendum consultivo negato, da parte del Comune di Villa Carcina, sulla realizzazione del nuovo supermercato Lidl in via Marconi.

Nel suo ricorso il comitato contesta l’inammissibilità del referendum disposta dal Comune e non entra nel merito della variante urbanistica con cui l’ente ha approvato la realizzazione del supermercato. Per questo motivo la controversia, come stabilito dal Tar, deve essere presa in carico ed esaminata da un giudice ordinario, che ne ha giurisdizione.

«Speravamo che il Tar si pronunciasse nel merito dell’annullamento del referendum - spiegano i membri dei Comitato presieduto da Scalvini -, invece sono prevalse altre logiche, per lo più incomprensibili per i cittadini di Villa Carcina, che non solo hanno generosamente sottoscritto il quesito referendario sfidando la pandemia e il gelo, ma hanno anche finanziato il ricorso al Tar».

Annunciando che il comitato «valuterà quanto prima con i propri avvocati il da farsi», Scalvini e i suoi osservano come «siano assai rari gli esempi di un simile coraggioso impegno partecipativo in Lombardia, mentre abbondano casi di sopraffazione da parte della grande distribuzione organizzata: quella dell’anno scorso è la terza procedura referendaria avviata sul territorio da liberi cittadini organizzati e, purtroppo, anch’essa è stata fatta democraticamente naufragare da una Amministrazione comunale».

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