Calano gli scolari, ma per la «Caduti» resta l’ampliamento

A Lumezzane oltre 2 milioni di ulteriori spese per un progetto che forse andrebbe ripensato
Si svuotano gli spazi per procedere alle demolizioni - Foto © www.giornaledibrescia.it
Si svuotano gli spazi per procedere alle demolizioni - Foto © www.giornaledibrescia.it
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La scuola «Caduti per la Patria» di Pieve è stata oggetto di una ristrutturazione parziale per il costo d’un milione e 400 mila Euro, il 70% a carico della Regione Lombardia, il restante sostenuto dall’Amministrazione comunale.

I lavori hanno subito un ritardo che stava mettendo in dubbio l’apertura per l’inizio dell’anno scolastico. Gli stessi lavori, infatti, dovevano essere conclusi a giugno e a malapena si è arrivati al collaudo di fine agosto. Tra le varie cause, anche gli interventi di carpenteria e da fabbro, appaltati ad una impresa di Como, più assente che presente.

Pure il sistema termico è stato sostituito all’ultimo istante, ma tutto è bene quel che finisce bene. Il progetto completo per la «Caduti», tuttavia, è ben più ampio: in questi giorni sono iniziati i lavori di demolizione dell’ala nord per ricavarne quello che si configura come spazio polifunzionale, vero e proprio ampliamento - sottolinea l’assessore ai lavori pubblici, Claudio Gnutti - che comporterà un’ulteriore spesa di 2,2 milioni di euro e che non si ferma alla costruzione ma si estenderà agli arredi: come dire, altre centinaia di migliaia di euro. E qui sorgono alcune perplessità non solo nella nuova amministrazione che ha ereditato il tutto: la popolazione di Lumezzane è scesa da quasi 25 mila abitanti a circa 22mila.

Il saldo demografico è negativo da anni: nel 2018, a fronte di 162 nascite si sono registrati 207 decessi. Pure negativo l’apporto degli extracomunitari, alcune centinaia dei quali sono emigrati verso il Nord Europa. Per mancanza di alunni sono state chiuse le elementari di Faidana e Premiano, dove da anni è chiusa anche la materna.

E allora, chiedersi se sia il caso di ampliare la «Caduti» di Pieve a fronte d’una più che palpabile carenza di scolari non è esercizio vano. L’argomento richiede l’attenzione degli amministratori pubblici e degli operatori della scuola. Anche perché l’unico modo per capirsi è parlarsi. Con buona pace di Lapalisse.

 

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