Brozzo fra rabbia e voglia di normalità

Conta dei danni a Brozzo dopo la tragedia sfiorata nella notte da venerdì e sabato per la rottura di una condotta idroelettrica.
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Dopo la tragedia fortunatamente solo sfiorata, la gente di Brozzo prova quantomeno a ritrovare un po' di normalità, a cercare consolazione nella routine, anche se la paura la accompagnerà ancora per un bel po' di tempo.
Dopo che nella notte tra venerdì e sabato la condotta idroelettrica della Ghidini Trafilerie è letteralmente esplosa in una bomba d'acqua, si contano i danni, ma si cerca soprattutto di individuare un responsabile.

Complice anche il fine settimana, però, nemmeno il sindaco Barbara Morandi per ora ha avuto notizie dall'azienda: «Ho parlato con il tecnico solo la notte di venerdì, subito dopo che gli impianti erano stati fermati manualmente, e attendo la mattinata di lunedì (oggi, ndr) per contattare i gestori e cercare di organizzare un incontro con chi di dovere».

È stata una domenica strana per gli abitanti della frazione marchenese che, nonostante tutto, hanno portato i bambini al catechismo e hanno partecipato alla messa, che il parroco, don Giuseppe Rossi, ha potuto celebrare nella parrocchiale di San Michele sebbene anche l'edificio sacro non fosse stato risparmiato dal fiume in piena sceso a folle velocità e con forza incalcolabile dalla montagna. Tutti si sono rimboccati le maniche e anche gli edifici scolastici coinvolti sono stati dichiarati agibili dopo i sopralluoghi dei tecnici incaricati.

«La mensa della scuola - racconta ancora il sindaco - era stata invasa dall'acqua, ma si è riusciti con tempestività a riportare la situazione alla normalità, e anche palestra, aule e asilo nido sono perfettamente utilizzabili, mentre il parco giochi dell'oratorio è inagibile». Per ragioni di sicurezza, infatti, è stato vietato di utilizzare la parte esterna dell'istituzione parrocchiale, il cui muro di contenimento ha ceduto alla forza devastante dell'acqua.
Per quanto riguarda, invece, James Zappa e Mara Fontana, proprietari del caseggiato che ha riportato i danni più ingenti, ancora non c'è nessuna speranza di ritorno ad una qualsivoglia normalità: il grosso dei detriti è stato spostato ed è stato predisposto un allacciamento volante per l'elettricità, ma l'allagamento ha danneggiato la caldaia e non c'è modo, per ora, di avere acqua corrente e riscaldamento.

«Fortunatamente - osserva il sindaco - i famigliari hanno immediatamente accolto i due coniugi, che, nel frattempo, hanno già cominciato a muoversi con i propri legali e si sono rivolti ai Carabinieri». In queste situazioni, però, si hanno le mani legate: sistemare, o provare a sistemare, l'abitazione significherebbe eliminare prove dell'effettivo danno causato dalla rottura della tubazione, a discapito, magari, di un futuro, reale chiarimento dell'entità dei danni stessi.
All'inizio di una nuova settimana lavorativa, quindi, la speranza è che si possa fare un minimo di chiarezza, individuando le responsabilità per poter tornare alla normalità, anche se sempre con l'amaro in bocca e la rabbia nel cuore.
Greta Rambaldini

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