Bozzoli bis: indagini su nuovi testimoni

Un operaio disse: «Hanno offerto soldi per picchiare Mario». Un tir partito all’alba fermo per un guasto
BOZZOLI: ALTRE IPOTESI
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Bozzoli bis, dopo la fattura del mistero, dagli atti spunta l’incrocio di due dichiarazioni. «Un collega mi ha detto che Giacomo Bozzoli gli avrebbe offerto soldi per picchiare Mario» ha riferito ai carabinieri nei giorni immediatamente dopo la scomparsa dell’imprenditore valtrumplino uno degli operai della fonderia.

Tesi ribadita dal diretto interessato, l’operaio cioè che avrebbe ricevuto la proposta. «Confermo, sono stato avvicinato due volte. L’offerta era per picchiare e non per uccidere». 

La Procura generale sta lavorando anche sui due camion partiti da Marcheno all’alba del 9 ottobre di tre anni fa. Meno di dodici ore dopo l’ultimo segnale in vita di Mario Bozzoli. I mezzi vennero controllati da due carabinieri alla presenza di Irene Zubani, la moglie dello scomparso, e di Adelio Bozzoli, il fratello.

Un tir di proprietà dell’azienda valtrumplina, che lasciò lo stabilimento, effettuò però solo una parte delle consegne previste. Si bloccò per una presunta rottura del cambio durante il percorso e sarebbe rimasto fermo diversi giorni, senza far ritorno a Marcheno nei tempi previsti. Dove è stato portato? Chi ha verificato il danno? Ad oggi non ci sarebbe risposta.

 

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