Aree dismesse di Nave, «bonifiche e poi giriamo il conto ai proprietari»

L’annuncio del Comune per cercare di sbloccare situazioni ferme al palo ormai da parecchi anni
La Fenotti e Comini è l'area più estesa - © www.giornaledibrescia.it
La Fenotti e Comini è l'area più estesa - © www.giornaledibrescia.it
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Siti industriali dismessi, in alcuni casi anche da quarant’anni, che continuano a ferire il paese. Nave, ex territorio del tondino per eccellenza, è percorso da queste cicatrici: aree talvolta gigantesche che, dopo una regolare bonifica, potrebbero risorgere a nuova vita.

Tre in particolare: la Fenotti e Comini, l’ex Afim e l’ex conceria Andri di Monteclana. Dietro alla conversione di queste cattedrali nel deserto ci sono iter burocratici lunghissimi e, soprattutto, per le bonifiche le proprietà devono investire in molti casi svariati milioni. Così gli anni passano e le operazioni rimangono ferme al palo. A sentire quanto afferma l’assessore all’Urbanistica Carlo Ramazzini, però, il tempo degli indugi è finito.

La svolta

«Giustamente Arpa sta sollecitando il Comune di Nave affinché qualcosa, dopo tanti anni, si muova» dice l’assessore Ramazzini che, con l’appoggio della Giunta e del sindaco Matteo Franzoni, ha intensificato gli incontri con le proprietà con l’obiettivo di spronarle ad agire.

«Dopo esserci dimostrati disponibili in ogni modo possibile e immaginabile - annuncia Ramazzini - siamo arrivati al punto di dire ai proprietari che, se non si decidono, sarà il Comune a fare un finanziamento e ad affidare le operazioni di bonifica tramite bando: alla fine, però, il conto verrebbe presentato a loro e, qualora non pagassero, scatterebbero i pignoramenti: la legge lo consente e, anche se non vogliamo arrivare a tanto, non possiamo permetterci di continuare a procrastinare interventi attesi da troppo tempo».

Bonifiche

All’interno della Fenotti e Comini tutto è fermo dal 2016, cioè da quando è stata eseguita una rimozione dei rifiuti alla quale avrebbe dovuto far seguito una bonifica di quelli pericolosi. Un’operazione stimata tra i 6 e gli 8 milioni di euro «per procedere con la quale - spiega l’assessore - la proprietà sei anni fa ci aveva chiesto del tempo. Ora li abbiamo incontrati e stiamo facendo pressione, anche perché dei 77.000 metri quadrati totali la pulizia dei rifiuti ha riguardato finora solo 7.500 metri quadrati».

All’ex Afim, dove la proprietà ha già investito 5 milioni per la bonifica, «occorre invece una variante al piano, che abbiamo chiesto ai proprietari di presentare, dato che sono passati circa sette anni».

Per l’ex conceria Andri, infine, è ancora tutto da vedere: «Manca il piano di caratterizzazione da eseguire tramite carotaggi, perché non era consentito entrare a causa dell’immobile pericolante - afferma l’assessore -. Ora che abbiamo l’autorizzazione ad abbatterlo stiamo pungolando i proprietari affinché facciano il loro».  Staremo a vedere se questo annuncio muoverà situazioni ferme da molti anni.

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