Anche la D’Urso denunciata dai Bozzoli

In tutto sono 13 i giornalisti accusati di diffamazione. Il pm chiede di archiviare
Barbara D'Urso - Foto tratta da Instagram
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Barbara D’Urso e Federica Sciarelli, ma anche Gianluigi Nuzzi e Giuseppe Pizzo. Oltre all’ex magistrato del Tar del Lazio Ines Pisano, sono in tutto tredici i giornalisti denunciati dai Bozzoli (Adelio, Giacomo ed Alex) per diffamazione a mezzo stampa, in seguito ai servizi andati in onda a «Pomeriggio 5», «Chi l’ha visto», «Quarto Grado» o scritti nelle prime fasi del giallo sulla la sparizione di Mario Bozzoli, il 50enne imprenditore di Marcheno svanito nel nulla l’8 ottobre di sei anni fa.

Secondo Adelio Bozzoli, fratello di Mario, ed i suoi figli Alex e Giacomo - quest’ultimo a processo in Corte d’assise con l’accusa di aver ammazzato lo zio e di aver fatto sparire il suo cadavere - il contenuto di alcuni «pezzi» andati in onda e finiti in edicola ha oltrepassato il diritto di cronaca e di critica.

I Bozzoli ritengono diffamatorie alcune ipotesi fatte dai giornalisti denunciati. Secondo fratello e nipoti dello scomparso firme tv e di carta stampata, a vario titolo, avevano ingiustamente accusato Alex Bozzoli, ripreso mentre era alla prese con documenti in ufficio, di inquinamento delle prove del delitto;avevano ipotizzato l’ingresso in fonderia di materiale da fondere rubato, ma anche l’illecito trasferimento di merce nel nuovo impianto di Bedizzole; e la loro presenza sul suv coi vetri oscurati inquadrato in Vallecamonica nei pressi e nelle ore del passaggio, poi rivelatosi fatale, di Beppe Ghirardini, l’operaio della Bozzoli, presente in fonderia la sera della scomparsa di Mario Bozzoli e trovato morto a Case di Viso dieci giorni dopo con una capsula di cianuro nello stomaco.

Per il sostituto procuratore Mauro Leo Tenaglia, titolare del fascicolo per l’omicidio di Mario Bozzoli fino alla sua avocazione da parte della procura generale, i giornalisti denunciati hanno esercitato il loro diritto di cronaca e critica. Hanno fatto il loro dovere e le loro posizioni devono essere archiviate. Cinque anni e mezzo dopo le denunce, con la prescrizione dietro l’angolo, la questione però non è ancora chiusa.

Assistiti dagli avvocati Luigi, Giordana e Giovanni Frattini, Adelio, Alex e Giacomo Bozzoli si sono opposti alla richiesta di archiviazione. Ieri l’udienza per la discussione al termine della quale il giudice Alessandra Sabatucci si è riservata.

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