Accoltellata dai fratelli, il gip: «Nessun rispetto per la vita»

Per i due ragazzi di Polaveno è stata disposta la detenzione in carcere
Mezzi dei carabinieri a Polaveno - © www.giornaledibrescia.it
Mezzi dei carabinieri a Polaveno - © www.giornaledibrescia.it
AA

Uno è già in carcere a Firenze, l'altro andrà dietro le sbarre nelle prossime ore e nel frattempo, dimesso dall'ospedale, è temporaneamente in una comunità. «Il fatto dimostra una personalità che non ha alcun rispetto della vita umana anche in presenza di relazioni sentimentali significative» ha scritto il gip del tribunale di Minori, Daniela Martino, nelle cinque pagine di convalida dell'arresto dei due fratelli ancora minorenni di Polaveno che nella notte tra venerdì e sabato scorso hanno colpito la sorella 22enne con un'ascia ed un coltello.

Il giudice ha accolto al richiesta del pubblico ministero Maria Cristina Bonomo e ha disposto la detenzione in carcere per entrambi i ragazzi bresciani. «Unica misura idonea perchè c'è il pericolo di reiterazione del reato» ha scritto il gip che ha confermato l'accusa di tentato omicidio con quattro aggravanti: premeditazione, futili motivi, minorata difesa della vittima e rapporto di parentela.

La sorella dei due, che tra pochi mesi festeggeranno il 18esimo compleanno, è fuori pericolo dopo un doppio intervento chirurgico resosi necessario per le coltellate ricevute mentre stava dormendo nella sua camera da letto. «Sappiamo che non rischia di morire» avevano detto i due indagati, in tempi diversi, nel corso dell'interrogatorio di convalida mentre erano collegati in remoto.

I due giovani di Polaveno si sono reciprocamente cercati. «Vorrei sapere come sta mio fratello» hanno detto al giudice durante i rispettivi interrogatori nei quali hanno ammesso di aver colpito la sorella, dimostrando, pare, anche pentimento. I genitori, pronti a riaccogliere in casa la figlia nei prossimi giorni, una volta dimessa dal Civile, sono in contatto con gli avvocati dei due figli maschi. Che presto andranno a trovare in carcere.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia