Valsabbia

Un bioreattore per controllare le alghe nel lago d’Idro

È questa la proposta nata dall’incontro organizzato da 7Milamiglialontano in viaggio con la barca Itaca
Il catamarano Itaca di 7MML sulle sponde del lago d’Idro - © www.giornaledibrescia.it
Il catamarano Itaca di 7MML sulle sponde del lago d’Idro - © www.giornaledibrescia.it
AA

«Il lago d’Idro è verde, da quante alghe ci sono». E allora quale luogo migliore per testare il prototipo di un bioreattore capace di controllarne la crescita? A fare da trait d’union fra le criticità del lago illustrate dagli Amici della Terra, Lago d’Idro e Vallesabbia, e il progetto di un gruppo di ricerca di Torino è 7Milamiglialontano, l’associazione culturale che da metà giugno sta viaggiando per i laghi bresciani a bordo della barca Itaca, costruita con plastica riciclata, per sensibilizzare sul tema dell’inquinamento delle acque nel nostro territorio.

L’incontro. Mentre il catamarano ecosostenibile, capitanato dai fotografi di 7MML, iniziava il suo giro da Crone, nella Casa delle Associazioni in via San Michele 56 si sono incontrati ieri mattina gli ospiti invitati dall’associazione per condividere con la popolazione i problemi ma anche la ricerca di nuove soluzioni. Come quella proposta da «Ctrl+n», un gruppo di giovani ricercatori del Collège des Ingénieurs Italia di Torino che nell’ambito dell’iniziativa Innovation for Change sta progettando un bioreattore in grado di controllare la crescita delle alghe. «Uno dei problemi maggiori delle acque dolci è la presenza eccessiva di azoto, causata dal dilvamento dei fertilizzanti - hanno spiegato Elena Barone e Mario De Matteo -. Se supera la soglia di 50 mg/l, l’azoto rende l’acqua pericolosa e favorisce la crescita incontrollata delle alghe, che uccidono altre forme di vita. Per questo stiamo costruendo un tubo in cui, sfruttando proprio l’acqua con i nitrati in eccesso, far crescere le alghe in modo controllato, per poi raccoglierle, farle essiccare e creare dei biofertilizzanti». Un’idea, questa, che ha suscitato l’entusiasmo di Gianluca Bordiga dell’associazione Amici della Terra, impegnata dal 2007 nella salvaguardia del lago d’Idro e del fiume Chiese.

«Le esigenze produttive e l’agricoltura intensiva hanno ridotto il lago a un puro serbatoio da sfruttrare. Stiamo combattendo varie battaglie, anche sul fronte legale - ha detto Bordiga -. Intanto però ben vengano le iniziative virtuose. Il progetto del bioreattore è fantastico e il lago d’Idro potrebbe essere davvero il luogo dove testarlo». La proposta sarà sottoposta mercoledì alle altre associazioni ambientaliste della zona del Chiese.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia