Valsabbia

Travolto da una pianta abbattuta dalla tempesta Vaia, sgomento per la morte di Daniele Salvini

Il 33enne di Bagolino è stato investito da un grosso tronco, intriso si acqua, per lui non c'è stato scampo
SCHIACCIATO DA UN ALBERO
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Travolto da una pianta abbattuta e intrisa d'acqua, non già dalla vittima, ma dalla furia di Vaia, quasi cinque anni fa. E precipitata, fatalmente, una seconda volta all’improvviso, a quanto pare a causa del terreno reso fradicio dalle precipitazioni dell’altra sera. C’è una lunga ombra nera, una concatenazione di episodi drammatici dietro alla tragica morte di Daniele Salvini, il 33enne di Bagolino, che ha perso la vita questa mattina mentre era al lavoro in località Cerreto, sempre in territorio bagosso.

Il giovane era impegnato nel disgaggio di una parete che minacciava la strada sottostante, quella che conduce a Riccomassimo, nella vicina Storo. Un cantiere aperto da un anno, nel quale la vittima operava ai comandi di un escavatore. Al momento della tragedia, tuttavia, si trovava su un pendio, a quanto pare impegnato nella rimozione di un’altra pianta. Cosa sia avvenuto esattamente è quanto dovranno ricostruire i Carabinieri, intervenuti assieme ai Vigili del Fuoco di Storo e di Salò e al personale della Sicurezza sul lavoro di Ats.

Sembra che d’un tratto un abete abbattuto dalla tempesta che nell’ottobre 2018 flagellò intere foreste in mezzo nord Italia sia piombato giù dal pendio proprio là dov’era Salvini. Il 33enne non ha avuto scampo: il grosso tronco lo ha schiacciato con il suo peso. A lanciare l’allarme è stato il collega che era con lui.

La notizia ha raggiunto in fretta sia Storo, dove ha sede l’azienda per la quale lavorava il giovane, sia Bagolino, dove ora a piangere Daniele Salvini restano una giovane vedova e un figlioletto di soli otto mesi. Un dramma nel dramma, tanto più ingiusto alla luce della generosità e dell’altruismo che quanti lo conoscevano attribuiscono a Salvini: il 33enne era tra l’altro vigile del fuoco volontario del distaccamento di Bagolino. I compagni increduli ora non si danno pace per la perdita improvvisa.

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