Valsabbia

Cava sul Monte Tesio, per ora non si muove una pietra

Non c’è ancora la convenzione per l’apertura dell'impianto di estrazione al centro di numerose proteste
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Cava di Strubiana, per ora tutto fermo. Lo ha riferito in Consiglio comunale a Gavardo il vicesindaco Sergio Bertoloni, rispondendo a un’interrogazione delle minoranze di «Gavardo rinasce» e «Gavardo in movimento».

L’annunciata nuova attività di estrazione del marmo sul Monte Tesio, lo ricordiamo, aveva dato origine a vibrate proteste, soprattutto da parte dei cittadini residenti nella zona interessata dal passaggio dei mezzi pesanti da e per il bacino, cittadini riuniti in un comitato.

«Ci siamo recati in Provincia - ha fatto sapere Bertoloni - per esprimere le nostre perplessità, rimarcando nel contempo l’opposizione al progetto manifestata sia dalle forze di minoranza che dalla popolazione. Ci è stato assicurato che la relativa convenzione non è stata ancora siglata, e che non lo sarà senza prima averci consultato».

Contatti sono intercorsi, intanto, tra il Comune e l’azienda titolare dei diritti di estrazione. Questa ha fatto pervenire, in agosto, gli esiti di una perizia dai quali non emergerebbero particolari rischi di cedimento del manto stradale, almeno nel tratto interessato dagli insediamenti abitativi, mentre qualche problematicità sarebbe stata riscontrata più a monte.

Dall’Amministrazione municipale è arrivata la richiesta di ulteriori interventi di mitigazione e di una riduzione degli orari consentiti per il transito dei camion rispetto a quelli indicati nell’autorizzazione: tutte istanze che l’azienda si è impegnata a vagliare.

«In ogni caso - ha sottolineato il vicesindaco, - l’apertura della cava non avverrà certo in tempi brevi, vista l’attuale situazione del mercato che rende difficoltoso individuare gli utilizzatori del materiale estratto».

Le parole di Bertoloni non hanno però convinto il Comitato dei cittadini, che in un comunicato si dichiara "ancora una volta deluso. La scelta adottata dall’amministrazione comunale - si legge nel documento - è quella dell’attesa, il che per gli abitanti della zona è decisamente preoccupante. Alcuni di noi stanno valutando di cambiare residenza, a causa della difficile vita quotidiana che l’apertura della cava comporterebbe».

A giudizio del Comitato, «è indubbio che il Comune abbia commesso una gravissima negligenza nell’approvare la convenzione, e del resto lo stesso vicesindaco, in una precedente seduta consiliare, lo aveva riconosciuto: ad oggi, però, il problema rimane invariato». Quanto riferito in Consiglio comunale, è la conclusione, «conferma la mancanza di una fattiva volontà di risolvere la questione a favore della cittadinanza. In ogni caso, il Comitato continuerà a vigilare». 

 

 

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