Valsabbia

Alla materna di Anfo metà dei bimbi resta a casa

Prove di rientro alla normalità, ma solo per metà, nella scuola materna di Anfo. Otto su sedici i bimbi rientrati in classe.
AA

Prove di rientro alla normalità, ma solo per metà, nella scuola materna di Anfo. Otto su sedici, infatti, i bambini che mercoledì hanno ripreso a frequentarne regolarmente i locali, eccitati molto più degli adulti per i fiocchi di neve che sono caduti nel corso dell'intera giornata.


Di coloro che mancavano all'appello, almeno un paio erano giustificati dall'influenza stagionale. Per gli altri sei ha pesato l'aspettativa da parte dei loro genitori, che dopo il fattaccio in quella scuola, si attendevano che tutto potesse cambiare e in modo radicale: «I nostri figli non li mandiamo, almeno fino a quando non sapremo chi ha avuto il merito di denunciare quello che succedeva lì dentro, chi semplicemente non sapeva e chi invece sapeva ed ha taciuto, rendendosi in qualche modo complice delle vessazioni documentate dalle telecamere piazzate dai Carabinieri».


Un elenco preciso ovvio che non c'è. Le sei famiglie dissidenti sarebbero però quelle che già sanno oppure anche solamente temono che i loro figli possano essere stati direttamente coinvolti nei metodi spicci utilizzati dalla maestra Laura. Forse i bimbi più vivaci o comunque meno attrezzati a sopportare di stare sempre tranquilli «al loro posto» come la maestra esigeva. E che per questo dovevano subire violenze fisiche e psicologiche: trascinamento e dolorose tirate d'orecchi, oppure l'isolamento forzato in stanza buia, obbligo di mangiare tutto ciò che si trovava nel piatto e minacce di vario genere. Questo almeno è il brutto film a circuito chiuso che fa parte dell'impianto accusatorio.

Per queste famiglie a poco sono servite le rassicurazioni da parte della Procura, secondo cui il personale rimasto in nessun caso ha adottato quegli stessi metodi violenti. Si sa: a cuore di mamma non si comanda: «Se ci facessero almeno vedere quei filmati... forse...». Ogni ferita aperta richiede il suo tempo per la cicatrizzazione. Ad Anfo si è aperto uno squarcio.


Ubaldo Vallini

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia