Valcamonica

Vezza d'Oglio, avanti col ponte tibetano: «Sarà la Passerella delle aquile»

Nonostante il comitato contrario, il sindaco tira dritto sul progetto: si farà e avrà una campata unica lunga 465 metri
Ecco come sarà la Passerella delle aquile immaginata dal Comune in Valgrande
Ecco come sarà la Passerella delle aquile immaginata dal Comune in Valgrande
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Il nome scelto è evocativo: Passerella delle aquile. Rimanda a uno dei volatili più tipici delle Alpi ed è simbolo del Parco dello Stelvio. Ma negli ultimi due anni è più comunemente stato chiamato «ponte tibetano della Valgrande». Si tratta di una delle opere più discusse del periodo e per impedirne la realizzazione è nato un comitato, che sta raccogliendo le firme per indire un referendum consultivo tra i residenti e verificare se l’intervento piaccia o meno ai cittadini di Vezza d’Oglio.

Record d'Europa

La passerella immaginata dall’Amministrazione del sindaco Diego Occhi, determinato oggi come ai tempi della campagna elettorale di quatto anni fa quando la inserì nel programma, avrà una campata unica lunga 465 metri (una delle più lunghe d’Europa) e disterà dal suolo 73 metri. È diversa dalle altre perché il suo attraversamento è adatto a tutti ed è un percorso di trekking. Il piano di calpestio è continuo, senza uso di imbraghi, con un inziale pendio dolce per avvicinarsi all’attraversamento in autonomia e godendo dei panorami della Valgrande.

Avanti tutta

Il primo cittadino non ha dubbi: «Sul tibetano si va avanti, sarebbe meglio non indire referendum sulle opere di un Comune - afferma - e poi non è una scoperta, è nel programma da quattro anni. Certo, se vincerà il "no" dovremo tenerne conto, ma prima si devono depositare le firme corrette e poi raggiungere il quorum del 50%. Questa operazione costerà parecchio al Comune, perché tutto è a carico nostro».

Il progetto

La passerella sarà posizionata a 1.360 metri e collegherà le due sponde della Valgrande: vicino alla santella di Gusà dal lato di Tù e in località Glant dal lato di Grano, facilmente raggiungibile dall’abitato lungo la ciclovia Karolingia. «Quest’opera ci consentirebbe di diversificare la ricca offerta di percorsi sul territorio anche a bassa quota - aggiunge Occhi -. È inserita all’inizio della valle, in un ambiente già antropizzato e di passaggio frequente, preserva le zone più interne che si estendono per otto chilometri sino al rifugio Plas de l’Asen. La tipologia a funi la rende molto trasparente, mitigando l’impatto ambientale». Accedervi costerà cinque euro, con manutenzione e gestione contenute, con solo verifiche a vista annuali per i primi trent’anni. «È sbagliato raccogliere firme anche tra i proprietari di seconde case - conclude il sindaco -: i cittadini sanno decidere per conto loro, ognuno deve essere padrone di governare casa propria».

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