Valcamonica

Uccise la madre, assolto ancora perché incapace di intendere e volere

Con la sentenza della Corte d'assise d'appello scende il sipario sul delitto maturato da Vincenzo Capano, 27enne di Breno
L'appartamento in cui si è consumato il delitto - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
L'appartamento in cui si è consumato il delitto - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
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Assolto perché incapace di intendere e volere in primo grado. E assolto per le stesse ragioni anche in appello. Vincenzo Capano, il 27enne di Breno che la sera del 10 settembre di tre anni fa si presentò in caserma dai carabinieri e confessò di avere strozzato ed ucciso la madre, non è imputabile anche per i giudici di secondo grado che hanno respinto la richiesta della procura generale di condannare il giovane da tempo ricoverato nella Rems di Castiglione delle Stiviere a dodici anni di reclusione.

Il ricorso della pubblica accusa poggiava sulle valutazioni del consulente psichiatrico al quale si era affidata Roberta Panico, titolare delle indagini sull'omicidio. Il dottor Giacomo Filippini, a differenza di quanto sostenuto dai periti del giudice delle indagini preliminari e del giudice dell'udienza preliminare che avevano concluso per un vizio totale, aveva concluso per la seminfermità del 26enne. Schizofrenico, aveva concluso la pm, ma consapevole mentre stringeva le mani attorno al collo della madre di quello che stava facendo.

Con la sentenza della Corte d'assise d'appello scende il sipario sul delitto maturato in un contesto di disagio e fragilità estremi.

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