Valcamonica

Confermato l'ergastolo per Iacovone, tensione in tribunale

La Corte d’Assise d’Appello di Brescia ha confermato il massimo della pena per Pasquale Iacovone
ERGASTOLO PER IACOVONE
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«Per un uomo così non si può provare nemmeno compassione. L’ho scavalcato come un verme il giorno che uccise i miei nipotini e l’avrei fatto anche oggi». 

È durissima la reazione del nonno di Andrea e Davide Iacovone, i bambini di 9 e 12 anni morti nel luglio di due anni fa a Ono San Pietro per mano del padre Pasquale Iacovone, per il quale oggi la Corte d’Assise d’Appello di Brescia ha confermato il massimo della pena: ergastolo, così come accaduto nel processo di primo grado. 

Il legale dell’uomo aveva chiesto l’assoluzione o in subordine la semi infermità, mentre il procuratore generale aveva chiesto la conferma dell’ergastolo. 

In aula oggi c’era anche lui, Iacovone, che per la prima volta ha incrociato lo sguardo dell’ex moglie Erica Patti che lo aveva più volte denunciato per stalking prima delle tragedia, senza che nessuno intervenisse. «Ti ammazzo i figli», era arrivato a scrivere l’uomo in un sms inviato alla moglie. E così ha poi fatto, dando fuoco all’appartamento a Ono San Pietro dove l'uomo viveva dopo la separazione dalla moglie. 

«Sono innocente, c’è stato un incendio, ma non c’entro con la morte dei miei figli», ha detto oggi in aula l’uomo rilasciando dichiarazioni spontanee. È arrivato dal carcere di Opera con una maschera protettiva sul volto per coprire le ustioni riportate sul 90% del corpo. 

Nel corso della mattinata si sono registrati momenti di tensione tra Iacovone e i parenti dell’ex moglie. L’incontro è avvenuto nei corridoi del palazzo di Giustizia quando l’uomo ha chiesto di poter andare in bagno. Sono volati insulti e parole grosse. Iacovone alla lettura della sentenza di condanna ha abbassato la testa, mentre fuori dall’aula e all'esterno del Palazzo di Giustizia i parenti dell’ex moglie scoppiavano in lacrime. 

«L’unico perdono è l’ergastolo», è il messaggio scritto su alcuni striscioni esposti all'esterno del tribunale bresciano. «Non riesco a parlare, sono distrutta», si è limitata a dire la madre dei due bambini uccisi nel luglio di due anni fa..

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