Valcamonica

Cissva, Bonomelli: «Nessuna minaccia delle istituzioni camune a Coldiretti»

Il presidente della Comunità Montana di Valle Camonica: «Una guerra del latte sarebbe un conflitto tra poveri. Troviamo una strada condivisa»
  • Alessandro Bonomelli, presidente della Comunità Montana di Valle Camonica
    Alessandro Bonomelli, presidente della Comunità Montana di Valle Camonica
  • Alessandro Bonomelli, presidente della Comunità Montana di Valle Camonica
    Alessandro Bonomelli, presidente della Comunità Montana di Valle Camonica
  • Alessandro Bonomelli, presidente della Comunità Montana di Valle Camonica
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«Le istituzioni camune minacciano la Coldiretti? Sarebbe come se un topolino minacciasse un elefante, o se Taiwan minacciasse la Cina: le proporzioni sono queste». È utilizzando questi paragoni che il presidente della Comunità Montana di Valle Camonica, Alessandro Bonomelli, replica alle esternazioni del numero uno dell’associazione degli agricoltori Ettore Prandini a proposito della «guerra del latte» che coinvolge la Cissva di Capo di Ponte. Un’esternazione giudicata «eccessiva sia per il contesto in cui è avvenuta», un convegno alla Fiera agricola di Lonato, «sia perché non mi risulta che ci sia stata alcuna minaccia».

Qualcuno quindi deve chiedere scusa: «Se davvero ci fossero state minacce o intimidazioni sarei pronto a farle io senza problemi a nome dell’ente che rappresento». Bonomelli ritiene però che «la foga oratoria abbia eccessivamente caricato il presidente Prandini: per questo gli chiedo di correggere il tiro». 
D’altronde una «guerra del latte», così come è stata definita, «non conviene a nessuno: sarebbe una guerra tra poveri, il nostro terreno comune deve essere fare l’interesse degli allevatori. Noi non abbiamo alcuna pregiudiziale nei confronti di Cissva, che qui ha sempre le porte aperte come gli altri allevatori. Il nuovo caseificio, per il quale è stato fatto il bando, non diventerà antagonista di Cissva». 

Quanto alla procedura seguita per la sua realizzazione, «credo sia assolutamente regolare e sono pronto ad assumermi ogni responsabilità». «Non si giochi quindi sulla pelle e sulla divisione tra gli allevatori - esorta Bonomelli -: troviamo anzi un modo di confrontarci e di trovare una strada che vada bene per tutti».

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