Bosco-legno-energia: un progetto strategico di sviluppo e tutela

Una delle ricchezze indiscutibili della Valcamonica è il patrimonio forestale, fino a poco tempo fa considerato un problema più che una risorsa. Se gestito correttamente, il patrimonio boschivo camuno potrebbe invece garantire posti di lavoro e un deciso miglioramento del territorio sotto il profilo idrogeologico, naturalistico e paesaggistico, aumentando la sicurezza dei versanti e l’attrattività per i turisti.
Da qui l’idea di un progetto strategico per la filiera bosco-legno-energia, per dare impulso al settore e catalizzare risorse. Ne è nato un piano, steso da Comunità montana con l’Università degli Studi di Padova, che in modo innovativo analizza nel dettaglio la risorsa legno della Valle, il mercato e l’economia che vi ruotano attorno, proponendo interventi per il consolidamento e lo sviluppo del patrimonio forestale. Si tratta, in tutto, di circa 55 milioni d’investimento, suddivisi in numerose linee: il progetto sarà presentato alla Regione nei prossimi giorni, per accedere ai finanziamenti del Pnrr.
Una considerevole fetta dovrebbe andare in lavori forestali: sostegni ai tagli ordinari delle piante, riequilibrio delle peccete, valutazione dei soprassuoli a elevato valore paesaggistico e valorizzazione del bosco ceduo e monumentale. Una criticità sono le strade per raggiungere i boschi: per questo sono previsti otto milioni e mezzo per il miglioramento della viabilità forestale.
Il piano è stato realizzato in collaborazione con i sei consorzi forestali camuni, per i quali sono previste opere infrastrutturali significative. Il consorzio dell’Alta Valle punta su un impianto di pellettizzazione, il Pizzo Camino su un centro di deposito e selezione del materiale, il Pizzo Badile su un impianto di essicazione; quello della Bassa Valle su un progetto legato al castagno, mentre i Due parchi sullo sviluppo industriale della segheria Legno vivo. «È una ricognizione complessiva della filiera bosco legna - spiega il direttore servizio Foreste di Comunità montana, Gian Battista Sangalli - che fa il punto sullo stato dei nostri boschi, su quanto producono e sulle idee di sviluppo della filiera, un asse strategico per lo sviluppo economico-sociale della Valle».
Ancora di più in questo periodo di crisi energetica e delle materie prime, che inducono a puntare sulle filiere locali. Un esempio su tutti: nei prossimi mesi il cippato e la legna diverranno risorse più appetibili, con la previsione di richiesta di tagli triplicati (e il rischio che vengano aggrediti i boschi).
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