Università Cattolica, open day in presenza per 600 studenti
Dopo oltre un anno di incontri in streaming e a distanza, separati da schermi e senza il beneficio del contatto diretto, sono finalmente tornati in presenza gli open day dell’Università Cattolica. Rigorosamente su prenotazione, necessariamente subordinati al possesso del green pass, ieri i due campus cittadini dell’UniCatt hanno ospitato un’intera giornata di orientamento per conoscere da vicino i corsi di laurea triennale e a ciclo unico attivi nelle sei facoltà dell’Ateneo. Una vetrina per orientarsi, ma anche per individuare il corso di laurea più in linea con le proprie aspirazioni.
E la risposta degli studenti non si è fatta attendere. Sono stati infatti circa 600 gli studenti delle superiori che hanno partecipato all’open day. Ben quattrocento in presenza e 200 collegati online. E se la maggioranza - cinquecento - ha provenienza lombarda -, un centinaio ha aderito da altre regioni d’Italia e in particolare da Piemonte, Emilia Romagna, Puglia, Sicilia, Sardegna, Liguria, Lazio, Marche, Basilicata, Abbruzzo.
«Dopo le grandi difficoltà degli ultimi due anni stiamo finalmente ritornando alla normalità della vita universitaria, fatta di incontri, relazioni, socialità», spiega il professor Giovanni Marseguerra, delegato del rettore al coordinamento dell’offerta formativa dell’Ateneo. «Anche nella lunghissima emergenza pandemica, la Cattolica è stata costantemente a fianco dei suoi studenti consentendo a tutti di svolgere in sicurezza le regolari attività curricolari. Abbiamo ampliato la nostra offerta formativa, promuovendo percorsi caratterizzati da una sempre più marcata interdisciplinarità, abbiamo continuato a investire nelle tecnologie per la didattica innovativa ma nel contempo abbiamo anche fatto investimenti significativi sull’edilizia, volti soprattutto ad aumentare le aule e gli spazi per gli studenti: si pensi solo ai nuovi campus che abbiamo recentemente inaugurato».
«L’obiettivo dell’open day, dopo mesi di lockdown, è dare agli studenti degli ultimi anni delle scuole superiori un primo assaggio della vita universitaria, portandoli nei nostri ambienti, facendo visitare i campus, mostrando le aule, gli istituti, i laboratori, le biblioteche», aggiunge Michele Faldi. Tutto questo «per metterli nelle condizioni di incominciare a respirare l'aria di università e di iniziare a prendere dimestichezza con quei luoghi in cui un giovane trascorrerà il suo tempo per i successivi tre o cinque anni».
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