Sanremo, l'anteprima (bresciana) di Renga e dei Coma_Cose

Abbiamo ascoltato in anteprima i brani dei Campioni in gara al prossimo Festival della Canzone italiana. Il livello medio è buono, con qualche eccellenza e alcune sorprese. L’impressione a caldo, dopo la maratona di 26 pezzi, è quella di un rinnovamento, data anche la giovane età dei Big - famosissimi attraverso canali come YouTube, ma poco conosciuti dalla vasta platea di Rai1 - che dovrebbero essere l’oggetto principale della kermesse canora, in realtà diventata sempre più un grande show televisivo.
Continua così il percorso di aderenza al pop contemporaneo con reminiscenze Anni ’70 tanto caro ad Amadeus. L’amore rimane uno dei temi ricorrenti, pur se esplorato nelle diverse sfumature. Ed è rivolto soprattutto agli amori sofferti, disperati... che però danno emozioni. Si trovano ballate melodiche, ma anche molto raggaeton. I brani strizzano l’occhio alle radio e allo streaming; c’è una forte componente indie. Il conto alla rovescia è quindi iniziato per il secondo Sanremo targato Amadeus, come direttore artistico e padrone di casa (affiancato dal vulcanico Rosario Fiorello). Un’edizione decisamente complicata, causa il perdurare della pandemia.
Tra rapper e reduci dai talent show non mancano veterani del calibro, proprio, di Francesco Renga il quale magistralmente canta «Quando trovo te»: «Guarda un po’ la mia città/ è insonne, ha smesso di sognare/ Questa volta ho come l’impressione che la speranza abbia cambiato amore/ La mia testa non vuole sapere». E ancora: «Come sempre mi dimentico, mi dimentico di te/ Ma poi io ti ritrovo sempre / Se mi guardo intorno non c’è niente».
Altra presenza bresciana, tra i debuttanti di rango, attraverso Fausto Lama (al secolo Fausto Zanardelli), che compone i Coma_Cose con Francesca «California» Mesiano. La coppia (anche nella vita) canta «Fiamme negli occhi»: «Quando ti sto vicino/ sento che a volte perdo il baricentro/ e tu sei il tostapane che ci cade dentro. / Grattugio le lacrime, ci salerò la pasta». I due fanno centro con le rime e i giochi di parole, su un tappeto di ricche sonorità elettroniche.
Su tutti spacca, comunque, La Rappresentante di Lista, composta dal palermitano Dario Mangiaracine e dalla viareggina Veronica Lucchesi, che presentano «Amare» (il pezzo più bello, a giudizio di scrive). Con frasi come «ho su di te un desiderio profondo/ ho dentro di me tutti i sogni del mondo», già la canti e la balli. Colpisce - con «Musica leggerissima» - anche il duo autorale Colapesce e Dimartino, all’anagrafe Lorenzo Urciullo e Antonio Di Martino, che sbanca con immagini come «Metti un po’ di musica leggera/ Se bastasse un concerto per far nascere un film/ Tra palazzi distrutti dalle bombe» e prosegue con «La cantano i figli adolescenti, i preti progressisti/ La senti nei quartieri assolati, che rimbalza leggera/ Metti un po’ di musica leggera».
Sorprendente e accattivante Bugo (Cristian Bugatti, che si rimette in gioco per sua fortuna senza Morgan) con «Invece sì». Incantevole Arisa, in gara con «Potevi fare di più». Straordinario Aiello con «Ora», nella quale canta «Questa notte io e te/ sesso, ibuprofene/ mi sono perso nel silenzio della tua paura». Fulminacci con «Santa Marinella» si fa amare e andrà forte in radio.
Per Lo Stato Sociale «Combat pop»: ritmo serrato e ballabile. Malika Ayane propone «Ti piaci così»: raffinata. Max Gazzè «Il farmacista»: ironica, divertente, in un tripudio di fiori di Bach con la Trifluoperazina. Noemi con «Glicine» è romantica. Il rapper Willie Peyote con «Mai dire mai (la locura)» è l’unico che riflette sull’attualità: «Questa è l’Italia del futuro, senza il Medioevo, più smart e più fashion». Potente «Chiamami per nome» di Fedez con Francesca Michielin.
Travolgente «Bianca luce nera» del gruppo romagnolo Extraliscio feat. Davide Toffolo. Ermal Meta propone «Un milione di cose da dirti»: intimista. Irama «La genesi del tuo cuore», piacevole. Random «Torno a te», amorevole. Rock indiavolato, alla Led Zeppelin, per la band Måneskin con «Zitti e buoni». La rapper Madame, con «Voce», è vibrante. Annalisa, con «Dieci», orecchiabile. Ancora: Fasma, «Parlami», profonda. Gaia, «Cuore amaro», delicata. Ghemon, «Momento perfetto», autobiografica. Orietta Berti la melodica. Solo Orietta Berti, con «Quando ti senti innamorato» riporta alla canzone melodica del tempo che fu.
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