Cultura

La maglietta che fa impazzire chef Rubio, Albertino e Renga

T-shirt che nascono da Pixel in Viale Venezia e che sono diventate fenomeno di costume
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Cosa sarebbe la vita senza i pomeriggi passati a dire stupidaggini come se non ci fosse un domani? Sarebbe una noia mortale, chiaro. Senza contare che talvolta, da quelle sciocchezzuole, possono anche nascere idee da non buttare, anzi. 
 
Come la maglietta David Bawdo, con Pippo Baudo truccato come Bowie sulla copertina di Aladdin Sane. L’ha prodotta il negozio Pixel, aperto dal 2010 in viale Venezia, a Brescia, e in franchising anche a Verona, ed è molto apprezzata da chef Rubio, tanto che ieri la indossava durante l’ospitata a Deejay chiama Italia, da Linus e Nicola. È nata, per l’appunto, in un pomeriggio spensierato tra amici: oltre a Andrea Pedrini, titolare del negozio, tra gli altri c’era Francesco Roggero (quello della musica brutta o diversamente bella). Quando Rubio ha visto la t-shirt su Facebook l’ha voluta subito e da allora lo si vede spesso in giro con il Pippo nazionale indosso
 
Non è l’unico personaggio noto ad apprezzare i lavori di Pixel. Francesco Renga ha ordinato una maglia «No spritz just pirlo», fatta con l’Osteria Croce Bianca, ma tra gli estimatori ci sono anche Nek, gli Shazami (il gruppo di Francesco Mandelli), Albertino, Dj Aladyn e Henry Favre (ha attraversato l’Italia su un Ciao e ora sta partendo per gli Stati Uniti, sempre col motorino). In viale Venezia sono nate anche maglie per trasmissioni tv come L’erba del vicino, di Beppe Severgnini, o per i programmi radio di Costantino della Gherardesca. 
 
Il segreto è fare le cose per bene, Pedrini è piuttosto scrupoloso dal punto di vista tecnico, e lavorare su qualsiasi idea. Tipo la foto di Freddie Mercury con scritto sotto Frank Zappa, l’ultima maglia prodotta, o Al Bono e «I don’t Wanna Marchi», che potrebbero essere le prossime.

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