Zucca: «Quando lavoro mi diverto e i fallimenti ci spingono a crescere»

La sicurezza è prima di ogni altra cosa un valore, per le persone così come per le aziende. Un concetto che ora più che mai ha assunto rilevanza e sul quale poggia l’attività di Security Trust. Anche di questo parlerà ai giovani di Smart Future Academy Rudy Zucca, ceo dell’azienda e speaker durante l’evento previsto dal 3 al 5 ottobre 2024 a PalaLeonessa e Brixia Forum. «Quando ero piccolo non ricordo di aver avuto un "lavoro dei sogni", forse era dentro di me ma non lo traducevo in un qualcosa di specifico - racconta -. Ho perso i genitori da bambino ma non mi è mai mancato il calore di una famiglia che mi ha sempre aiutato e supportato nella crescita personale e professionale. Sicuramente non pensavo né sognavo che avrei ricevuto il diploma di Cavaliere dell’Ordine "Al Merito della Repubblica italiana" (il 2 giugno 2024 ndr) per la mia attività imprenditoriale».
Come è iniziato il suo percorso?
«Ho iniziato a lavorare, come tanti, per necessità. A un certo punto però mi sono accorto che ciò che stavo facendo non mi piaceva. Probabilmente avevo cominciato a conoscermi, nel senso che avevo capito che quello che davvero mi realizzava erano i rapporti interpersonali. Dunque ho iniziato a costruire un qualcosa che mi permettesse di sfruttare questa mia inclinazione.
C’è stato un momento in cui ha pensato di abbandonare il suo percorso professionale?
«Posso dire di no. Di difficoltà nella vita ne ho avute tante, anche a livello lavorativo, ma il bello di fare impresa è accettare le sfide con la determinazione di trovare le opportunità nascoste in quelli che sembrano problemi».
Come bilancia la vita professionale con quella personale?
«Ogni persona deve trovare il proprio equilibrio lavorativo, di concerto con quello personale. Paradossalmente il confine può essere a volte inesistente: ci si può sentire a casa nell’ambiente lavorativo e al lavoro quando si è a casa. Da imprenditore ritengo sia fondamentale creare un ambiente in azienda dove le persone si possano sentire a casa, dove magari è proprio l’azienda che aiuta la persona che sta attraversando un momento difficile nella vita».
Cosa la motiva a continuare a mettersi in gioco, anche quando le cose si fanno difficili?
«Gestire un’azienda è un po’ come andare in barca: per avanzare bisogna remare perché, se si smette, non si resta fermi ma si torna indietro. Le difficoltà fanno parte del gioco ma l’immobilismo non funziona anzi, bisogna continuare a remare, forti degli stimoli dei collaboratori e di tutti coloro che partecipano all’“impresa”».
Che ruolo hanno giocato i fallimenti nella sua carriera e come l’hanno aiutata a crescere?
«I fallimenti ti fanno toccare il fondo ma è grazie a quelli che la tenacia e la forza che abbiamo, e che spesso non sappiamo di avere, riescono a emergere. Non sappiamo mai fin dove possiamo arrivare e crescere fino a quando non dobbiamo per forza metterci alla prova».
Cosa l’ha spinta a partecipare a questo evento e quale messaggio spera di trasmettere ai ragazzi?
«Diciamo che stare con i giovani è stimolante e mi fa sentire più giovane: trasmettono entusiasmo, spensieratezza e istintività. Per questo partecipo attivamente anche nel mondo dello sport, perché credo che stare in mezzo ai ragazzi sia uno scambio, di esperienza da un lato e di energia dall’altro. Ho anche la fortuna di guidare un’azienda che opera in un settore altamente tecnologico e dunque che ha bisogno sempre di menti fresche e ambiziose, di persone che in mezzo a queste tecnologie sono nate e cresciute. La barca di cui parlavo prima ha bisogno di rematori giovani per poter andare più velocemente».
Quali sono i suoi progetti o obiettivi futuri e come pensa possano ispirare i giovani?
«Io quando lavoro mi diverto e oggi ho tanti sogni. Questo per dire che le passioni vanno sempre seguite, e quando non si sa quali sono bisogna mettersi in gioco per trovare il modo di scoprirle: e se si scopre che il lavoro che si svolge è una passione, quella sì che è una vittoria».
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