Quella piastrina di un soldato di Erbusco ritrovata in Polonia 80 anni dopo

Daniele Piacentini
Appartiene a Serafino Mondini, classe 1926, che fu internato dopo l’8 settembre: a scoprirla è stata un’associazione locale, che ora vorrebbe restituirla alla famiglia
La piastrina metallica di Serafino Mondini - Foto © www.giornaledibrescia.it
La piastrina metallica di Serafino Mondini - Foto © www.giornaledibrescia.it
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La storia di Serafino Mondini riemerge dopo 80 anni grazie al ritrovamento della sua piastrina militare in Polonia. Classe 1926, Mondini fu uno delle migliaia di internati italiani che, dopo l’8 settembre del 1943, divennero nemici, avendo rifiutato di continuare la guerra al fianco dei nazisti.

La piastrina è stata ritrovata nei giorni scorsi da Jacwiez, associazione storica ed esplorativa che riunisce gli appassionati della città polacca di Elk. Armati di metal detector, una quindicina di loro nei giorni scorsi stava passando in rassegna le zone agricole a ridosso del villaggio di Prostki quando, dal terreno, è emersa una piastrina metallica, ancora in buono stato di conservazione. Sopra vi sono incisi e si possono leggere distintamente i dati militari di «Serafino Mondini di Enrico, classe 1923, Erbusco (Brescia)» oltre al codice identificativo, il numero 17326 (90).

A guidare il gruppo di appassionati è Stefan Marcinkiewicz, che ha deciso di affidarsi ai social network per cercare eventuali parenti ancora in vita di Serafino. Grazie ad altri ricercatori – stavolta italiani – di materiale militare, il messaggio è arrivato sulla pagina «Sei di Erbusco se…», che raduna praticamente l’intera popolazione di Erbusco: oltre 7mila iscritti, a fronte di meno di 9mila residenti. Il tam tam è stato ripreso, in particolare, dal franciacortino Matteo Paderni: «Ci stiamo adoperando – questo il suo messaggio – per prendere contatti con la famiglia Mondini», un cognome molto diffuso non solo a Erbusco.

L’obiettivo è trovare quindi il ramo giusto e riportare in Italia la piastrina, segno concreto della memoria del soldato ventenne (o poco più) al momento dell’internamento e poi della scomparsa. Una storia analoga a quella di altre migliaia di giovani transitati da Prostki, sottocampo per prigionieri di guerra dipendente dal tristemente noto Stalag I-B. Tra l’ottobre 1939 e il 22 gennaio 1945, giorno dell’arrivo dell’Armata Rossa sovietica, nei campi della Prussia orientale transitarono 650mila soldati tra polacchi, sovietici, belgi, serbi, francesi e italiani. Almeno 55mila persero la vita tra condizioni lavorative durissime, malnutrizione, maltrattamenti ed epidemie di tifo.

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