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Sabbia e mtb, due bresciani in Marocco sfidano le dune del Sahara

Fabio Zanca di Bagnolo e Massimiliano Betti, pratese ma trapiantato in Franciacorta, oggi al via della Skoda Titan Desert con i suoi 600 chilometri di lunghezza e 4.000 di dislivello: 500 i partecipanti da tutto il mondo, solo quattro italiani
La scorsa edizione della gara - Foto Skoda Titan Desert Marocco
La scorsa edizione della gara - Foto Skoda Titan Desert Marocco
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Nel Sahara il tempo scorre diversamente. Non perché qualche distorsione spazio-temporale interessi la vasta area africana, bensì perché c’è un avversario sottile e infido che rallenta ogni attività: la sabbia. E così una duna, che qui sarebbe una semplice collinetta scalabile in qualche minuto, nel rosso e l’arancione del deserto è conquistabile in non meno di mezz'ora.

Anche con questo dovranno confrontarsi i due bresciani Fabio Zanca e Massimiliano Betti, che da oggi (1 maggio) saranno in Marocco per partecipare alla Škoda Titan Desert, gara di endurance su mountain bike che durerà fino al 6 maggio.

Massimiliano Betti e Fabio Zanca - © www.giornaledibrescia.it
Massimiliano Betti e Fabio Zanca - © www.giornaledibrescia.it

«Siamo entrambi grandi appassionati della bicicletta» raccontano Zanca, 53enne originario di Bagnolo Mella, e Betti, di 56 anni e nato a Prato ma trapiantato da qualche anno in Franciacorta. Entrambi militano nel Team Oop! Xanten presieduto da Francesco Rapazioli, «e l’idea di partecipare ci è stata suggerita da alcuni nostri compagni di squadra. È una novità per entrambi e ci aspettano difficoltà che non conosciamo. È però stato un regalo che ci siamo voluti fare, un’esperienza unica, introvabile, soprattutto per chi è abituato a pedalare sulle Dolomiti».

Per rendere l’idea stiamo parlando di una gara internazionale, giunta alla 20esima edizione e organizzata dagli stessi promotori della Parigi-Dakar, che si sviluppa per circa 600 chilometri nel Sahara da Merzouga a Maadid, con oltre 4.000 metri di dislivello da superare. Gli iscritti, 500 quest’anno dei quali solo quattro italiani compresi i due bresciani, devono percorrere ogni giorno per sei giorni altrettante tappe lunghe dai 60 ai 100 chilometri l’una.

Gli ostacoli

«Il nemico principale sarà la sabbia, che rallenta molto i movimenti, tant’è che per ogni frazione ci attendiamo una durata di 5-6 ore - spiegano gli atleti, entrambi con alle spalle esperienze ad alto livello sulle due ruote (Betti su strada, Zanca su mtb) -. A tal fine, oltre a inserti per combattere facili forature causate dai sassi del deserto, abbiamo montato ruote più larghe del solito, perché tra le dune bisogna provare a “galleggiare”. Quando non ci si riesce, bici in spalla».

A volte bisogna spingere la bici - Foto Skoda Titan Desert Marocco
A volte bisogna spingere la bici - Foto Skoda Titan Desert Marocco

Ma la sabbia non è l’unico ostacolo. «Per raggiungere il traguardo di ogni tappa la mattina viene fornita solo una posizione gps, non c’è un tracciato segnato se non due checkpoint da passare obbligatoriamente, te lo devi scegliere tu - spiegano i due, che saranno raggiunti in Marocco dalle compagne Luisa e Laura e che sono sostenuti da T&T Italia, Franplast, Montecolino e Cadebi -. Inoltre c’è una tappa, definita Marathon, dove gli organizzatori ti forniscono solo acqua e cibo, il resto te lo devi caricare in bici e portartelo fino al traguardo».

Perché ancora non è stato detto che gli atleti, provenienti da tutto il mondo, dormiranno in tenda sotto le stelle. «Questo è forse uno degli aspetti più meravigliosi della corsa» raccontano Betti e Zanca, pronti a «galleggiare» nel deserto spinti dalla forza delle gambe, della testa e della loro passione.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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