Quella prima radio di Brescia del 1927

Onde nell’etere. Che viaggiano, rimbalzate da antenne, amplificatori, ricetrasmettitori. Nel cuore di notti vegliate con l’orecchio puntato verso terre remote, scandite da un codice da iniziati. Ma che in realtà porta con sé un secolo (e oltre) di storia e umanità.
È l’impalpabile universo della radio, oggi celebrata dalla Giornata mondiale istituita dall’Unesco per ricordare la prima messa in onda di una trasmissione radiofonica delle Nazioni Unite, il 13 febbraio 1946. Internet d’altri tempi – eppure ancora attuale –, la radio è uno strumento che ha permesso di rivoluzionare il sistema dell’informazione, di cambiare la società e di mettere in contatto persone da ogni parte del mondo.
La storia
Non sorprende che anche a Brescia la sua presenza sia di lungo corso. La sezione locale dell’Associazione Radioamatori italiani (Ari), documentata dal 1927 (anno in cui fu attivata anche una stazione radio al vecchio Rifugio Garibaldi in Adamello), vanta poco meno di un secolo di vita. E di passione.
Lo sa bene Fabio Mazzucchi, l’odierno presidente. «La particolarità di questi segnali che utilizziamo è che sono indipendenti – spiega –, si comunica direttamente senza la rete. Questo con i cellulari e con tutti gli altri dispositivi elettronici non è possibile». Così l’impegno dell’Ari travalica i confini del semplice hobby per arrivare a fornire aiuti tempestivi anche alla Protezione Civile, nelle comunicazioni a lunga distanza. L’associazione si occupa anche di sperimentazione tecnica e dell’erogazione dei corsi di formazione per gli aspiranti radioamatori, necessari per l’esame del ministero e l’abilitazione. «La curiosità è il motore principale che spinge ad appassionarsi alla radiantistica – racconta Mazzucchi –. Istituiamo poi diversi diplomi radioamatoriali, che attestano il numero di collegamenti effettuati nel territorio in un certo periodo».
Per la Capitale
Tra le iniziative più recenti, spicca il «diploma radioamatoriale di Bergamo-Brescia Capitale della Cultura», che ha registrato numeri significativi: in tre mesi più di 800mila persone da tutto il mondo si sono collegate alle stazioni di Bergamo e di Brescia. La stessa iniziativa è ripetuta ogni anno in occasione della Mille Miglia.
Le altre iniziative
Sul territorio bresciano il successo dell’organizzazione è talmente ampio – si contano 150 iscritti solo a Brescia – che dal 1965 l’associazione si è dotata di una propria rivista mensile, «La Radiospecola». Oltre alla sezione di Brescia, esistono anche le sezioni radioamatoriali di Valcamonica e di San Felice.
Un altro appuntamento importante è la fiera di Montichiari, dove l’associazione radioamatori di Brescia avrà un proprio stand, per tutti i curiosi. «Uniamo la passione per la radio e la partecipazione sul territorio» commenta il presidente Mazzucchi. In fiera avrà luogo anche il primo campionato italiano di velocità per la radiotelegrafia, organizzato in associazione con Iaru, l’unione internazionale dei radioamatori.
«La volontà singola di ogni radioamatore è quella di trovare una voce nel mondo –prosegue Mazzucchi –. Ci sono stati momenti storici: negli anni ‘70 un socio si è dato appuntamento con Ambrogio Fogar, durante il suo giro del mondo». E la radio da Brescia può arrivare fino allo spazio. «La stazione spaziale internazionale trasmette con una frequenza radioamatoriale – spiega Mazzucchi –. In questo modo, quando Samantha Cristoforetti si è collegata con le scuole, anche noi potevamo sentirla».
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