Per non ferire la lattuga

Se anche la realtà diventa un’opinione personale
Un cespo di insalata - Foto - © www.giornaledibrescia.it
Un cespo di insalata - Foto - © www.giornaledibrescia.it
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Da quando coltivo l’orto ho sviluppato una spiccata sensibilità nei confronti delle verdure, empatizzo con loro come direbbero quelli che la sanno lunga.

D’estate quando le vedo sfinite sotto il battente solleone corro a rinfrescarle, d’inverno vorrei avvolgere i miei broccoli in una calda coperta di cachemire per affrontare le gelate di gennaio. È per questo che mi sono emozionato leggendo le dichiarazioni di una parlamentare che appartiene al ramo più intransigente dei vegani, i fruttariani; l’onorevolessa (lei vorrebbe sicuramente essere chiamata così) non solo non mangia cadaveri come noi incivili, ma nemmeno l’insalata, «mai uccidere una lattuga» è il suo motto. Si nutre solo di frutta, preferibilmente senza staccarla dalla piante per non creare loro traumi, sono molto sensibili (le piante).

Alcuni fruttariani si cibano anche di noci e semi, mentre altri la considerano una cosa impropria, in quanto vi sono all’interno future piante, e quindi non vogliono rovinare l’equilibrio naturale. La loro massima aspirazione è sedersi sotto un albero e aspettare che cada una mela, magari non in testa. Pensare che ci siano persone che non strappano le carote dalla terra per non ferirle riempie il cuore di speranza per il futuro dell’umanità. Sapere che addirittura siedono in Parlamento è una gioia che porta alle lacrime. La predetta parlamentare ha anche detto che nella cura del Covid si sottovaluta la forza della vitamina C. E qui ci passa la voglia di ridere, perché indubbiamente anche bere troppe spremute d’arancia può dare alla testa.

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