Micol, la commessa con sindrome di Down che «ribalta l’immaginario»

Vive a Ceto e lavora in città. La mamma: «Non pensavo potesse farcela, invece è bastato darle un’occasione»
Micol Pietroboni ha 29 e la sindrome di Down © www.giornaledibrescia.it
Micol Pietroboni ha 29 e la sindrome di Down © www.giornaledibrescia.it
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Micol Pietroboni ha una ciocca di capelli bordeaux «ma la prossima volta - puntualizza - li farò colorare di blu», si sente un’esperta nel piegare i vestiti, adora cantare («Studia per entrare in una band», rivela mamma Paola) e lavora da Primark. «Esatto - aggiunge lei con tono schietto -, io da lì non mi muovo». Il lavoro da commessa, infatti, le piace talmente tanto che non le pesa fare la pendolare, ogni giorno, da Ceto, dove abita, a Brescia, dove lavora da un paio di anni, dopo aver fatto una bella esperienza al bar ristorante 21 Grammi.

Il messaggio

Micol, 29 anni, ha la sindrome di Down. E la sua storia incarna il messaggio della campagna di sensibilizzazione internazionale «Assume that I can» (tradotto: «Supponiamo che io possa») lanciata da CoorDown per celebrare, oggi, la Giornata mondiale sulla trisomia 21. Una campagna che invita ad abbandonare i pregiudizi e a «ribaltare l’immaginario» perché, come sottolinea Giovanni Maggiori, presidente della cooperativa che gestisce il 21 Grammi, «presumere che si possa fare rende le cose possibili».

Micol abita a Ceto e ogni mattina viene in città © www.giornaledibrescia.it
Micol abita a Ceto e ogni mattina viene in città © www.giornaledibrescia.it

Mamma Paola, infatti, ha contribuito alla nascita del locale di viale Italia, ma, considerata la distanza da casa, «non pensavo che mia figlia potesse lavorare lì. Un giorno, però, la presidente del Centro bresciano Down Giancarla Tortella, mi ha sgridato: "Proviamo", ha detto. E aveva ragione: è bastato dare a Micol un’opportunità per ottenere grandi risultati. Le persone con la sindrome di Down hanno bisogno di fiducia, di comprensione. E, con i loro tempi e non senza difficoltà, possono raggiungere importanti traguardi».

Viaggia in treno

Micol ogni giorno si sveglia alle 7 per iniziare a lavorare alle 11.30: «Salgo sul pullman a Ceto - racconta lei stessa - e scendo alla fermata Marone-Zone. Quindi prendo il treno in direzione Brescia e, una volta arrivata, salgo sulla navetta che mi porta a Elnòs. Poi pranzo e lavoro fino alle 15.45».

La 29enne lavora da Primark e si occupa di riordinare e piegare i vestiti © www.giornaledibrescia.it
La 29enne lavora da Primark e si occupa di riordinare e piegare i vestiti © www.giornaledibrescia.it

Il suo incarico, nel reparto Intimo di Primark, la stimola moltissimo: «Piegare i vestiti è la mia passione - confessa -, anche a casa lo faccio». Micol si impegna affinché tutto, nella sua area, sia sempre in ordine e «se manca una taglia lo segnalo. Ad esempio, lo sai che la XXL non esiste più?». I vestiti le piacciono molto e «anche il piumone di Lilo & Stitch: vorrei farmelo regalare al compleanno». Con i clienti e i colleghi si trova bene: «Quando organizzano le feste mi invitano sempre».

Una settimana al mese Micol si trasferisce in città, in uno degli appartamenti che il Centro bresciano down gestisce per consentire ai suoi ragazzi di fare esperienze di autonomia abitativa. Lei ci va super volentieri: «Una sera devo cucinare io e farò la pasta con il sugo di zucchine. Anche se la mia specialità è il pollo al curry». E il canto? «Frequento un corso. Ma ti ho detto che conosco il tedesco? Lo parla il mio fidanzato Alessandro».

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