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«Mia madre svanita nel nulla da 15 anni. Credo sia stata uccisa»

Eleonora Grimaldi, titolare di una bar a Montichiari è la figlia di Maria Rosaria Francescon. È stata chiamata a Roma dal Commissario per le persone scomparse
Maria Francesca Francescon scomparsa il 23 aprile 2009 - © www.giornaledibrescia.it
Maria Francesca Francescon scomparsa il 23 aprile 2009 - © www.giornaledibrescia.it
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Una ricorrenza che torna a far sanguinare una ferita mai rimarginata. «Il 30 agosto mia mamma ha compiuto 66 anni. O meglio avrebbe» racconta Eleonora Grimaldi, titolare di un bar a Montichiari. Non vede più sua madre dal 23 aprile 2009 quando Maria Rosa Francescon svanisce nel nulla dopo essere uscita di casa in auto.

«Da Roma mi è arrivata la convocazione da parte del Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse. Andrò ad ottobre. Qualcuno non si è dimenticato di mia mamma» spiega la figlia della donna sparita nel giorno in cui doveva essere sentita dalla Guardia di Finanza di Desenzano in merito a presunte infiltrazioni mafiose nel territorio provinciale.

Eleonora Grimaldi, dopo 15 anni che idea si è fatta sulla scomparsa di sua madre?

«Sono convinta che sia morta. In circostanze brutte immagino. Era uscita di casa presto quella mattina, è passata dal mio bar alle sette e trenta, aveva incontrato una mia dipendente, e dalle nove è stata inghiottita da un buco nero. L’ultima cella che ha agganciato il suo cellulare è quella della zona discarica di Montichiari».

Quindi crede sia stata vittima di un omicidio?

«Si. È stata fatta sparire. Mia mamma aveva una agenzia immobiliare ed era finita nei guai per una compravendita immobiliare con gente di Gela. E quindi sotto inchiesta. Ho scoperto solo dopo che aveva problemi economici».

Non si era accorta di nulla prima?

«No e questo è il più grande rammarico. Nelle ultime settimane prima di quel maledetto 23 aprile 2009 l’avevo vista strana, diversa, preoccupata ma non avevo dato troppo peso. Avevo appena aperto il mio bar ed ero presa dalla mia vita. Ancora oggi non me lo perdono».

Nel giorno del 66esimo compleanno di sua madre ha voluto ricordarla con un messaggio sui social inviando un «bacio ovunque tu sia». Quanto sono stati difficili questi anni?

«Tremendi. A parte i problemi economici di mia madre dei quali mi sono fatta carico, mi sono trovata in un incubo perché solo così posso definire lo stato d’animo di chi non sa dove è finito un proprio caro. Fosse stato trovato il corpo, ci fosse una tomba sulla quale piangere sarebbe diverso. Un dolore, ma diverso. Così invece è un incubo che non finisce mai».

Ha perso definitivamente la speranza di rivedere sua madre?

«Dopo 15 anni ormai sì. Quattro anni fa sono stata convocata in caserma dai carabinieri per firmare la conclusione delle indagini e ho ricevuto la dichiarazione di morte presunta di mia madre come previsto dalla legge. Una formalità e nulla di più. Per gli inquirenti di mia mamma non sono mai state trovate tracce».

Ora la convocazione da parte del Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse cosa rappresenta?

«È un segno di vicinanza. La dimostrazione che qualcuno ci crede ancora. Io, soprattutto i primi anni, ho tenuto tutto dentro anche per paura di ritorsioni nei miei confronti. Ora dopo 15 anni vorrei davvero sapere la verità. Di certo mia mamma non si è uccisa e non ha cambiato vita dalla sera alla mattina».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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