Marco Gervasio, una vita (felice) dietro al mixer

Questa è la storia di uno che si è fatto da sé: un ragazzo che, avendo trasformato la passione in lavoro, è felice.
Marco Gervasio (44 anni) fa il fonico e lo fa bene: infatti molti si affidano a lui. Ad esempio, nei concerti di Vasco Rossi a San Siro, grazie allo storico direttore di palco, il bresciano Diego Spagnoli, Marco ha dato voce a tutti i gruppi spalla; mentre nel 2009 ha gestito i volumi del concerto «Amiche per l’Abruzzo», che Laura Pausini aveva organizzato in favore dei terremotati. In queste settimane cura i concerti di Fabio Concato. Ma lavora anche con Ruggeri, Ron, Masini, Noemi, Irene Grandi... Insomma, dove c’è musica, c’è lui.

Impegni
Domenica, ad esempio, la compagnia di navigazione Msc vara la nave da crociera Explora: per l’occasione si esibisce Tony Hadley, il mitico frontman degli Spandau Ballet. Marco Gervasio gestirà la musica.
Nonostante sia richiesto in mezzo mondo, Marco è legato alla sua terra: non si perde un concerto di Bandafaber («Ugo, Stefania e gli altri sono nel mio cuore»); quando la banda di Ghedi suona, lui o suo papà Giuseppe o i ragazzi della sua squadra diffondono la musica. Collabora anche con il nostro gruppo editoriale e con la Fondazione Provincia di Brescia Eventi.

Come è iniziato tutto questo? «La passione per la musica - racconta Marco -, me l’ha trasmessa mio padre, che per 30 anni ha fatto parte di un’orchestra di liscio. Quando ero piccolo salivo sul palco con lui ed ero affascinato da tutto quello che accadeva. Siccome non avevo la stoffa per fare il musicista, dopo la scuola superiore ho fatto un corso al Sae Institute di Milano. Qualche esperienza con mixer, microfoni e casse acustiche, poi mi sono messo in proprio: prima in studio, infine nei concerti live, che preferisco, perché c’è più adrenalina».
La richiesta più curiosa? «A Copenaghen mi hanno chiesto di allestire un palco per 50 musicisti in 2 minuti e 30 secondi. Abbiamo sforato di soli 10 secondi...». E l’artista? «Gianna Nannini al concerto Amiche per l’Abruzzo. Toccava a lei. Tutti la cercavano, ma non la trovavano perché era nascosta in un angolo a fare yoga».
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