La piccola grande Mavi corre verso un futuro ricco di medaglie nell’atletica paralimpica

Quando venne al mondo prematura di sei mesi Mariavittoria Gregorelli era uno scricciolo di creatura che non arrivava al chilogrammo. I primi 55 giorni di vita li passò in patologia intensiva prenatale, poi fu l’amore dei genitori a farla crescere. Era fragile la bimba, durante l’infanzia faticava a muoversi però una cosa mamma le insegnò subito: a rialzarsi dopo una caduta. Ed è quello che fece quando partecipò alla prima gara.
Perché ora Mavi – come ormai la chiamano tutti in squadra- farà magari ancora un po’ fatica a camminare però corre, accidenti se corre, tanto da aver conquistato, a quindici anni non ancora compiuti, due medaglie agli ultimi tricolori indoor di atletica leggera paralimpica.
Quella volta, ai campionati studenteschi, la partenza invece non le riuscì. «Persi subito una scarpa – ricorda oggi con dispetto – però conclusi la gara anche se le altre ormai erano ben lontane». L’anno dopo ai nazionali di Pescara – incoraggiata dagli insegnanti Andrea Tosi e Concetta Fico - si rifece con la medaglia d’oro conquistata nella sua categoria sui 60 metri con la rappresentativa scolastica della Lombardia, un successo che rese orgogliosi anche i compagni delle medie che in classe la accolsero con uno striscione.

Allora la chiamavano semplicemente Mari. Tutto era ormai pronto per l’approdo agonistico e nell’ottobre 2022 eccola alla pista di Sanpolino sotto le attenzioni degli allenatori Fabio Rossetti ed Elio Cella che dalle basi impostarono un programma specifico per lei introducendola alla tecnica della corsa, e così subito la Gregorelli entrò nel gruppo degli atleti paralimpici bresciani. Una sorpresa però la attendeva alla prima uscita sulla pista di Ancona perché accanto a lei si trovò nella batteria dei 60 le più forti velociste al mondo: Ambra Sabatini, Martina Caironi, Monica Graziana Contraffatto, prima, seconda e terza alle ultime Paralimpiadi di Tokyo. «Dopo un’esperienza del genere – sorride oggi – dopo non hai più paura di nulla».
Progressi
Infatti già il giorno dopo nei 200, dopo una partenza timida, Mavi riuscì a superare tutte le avversarie e a guadagnarsi il minimo per i campionati assoluti di Padova del giugno 2023 che la rivelarono alla ribalta nazionale: oro nei 100, argento nei 200. Tanto era nata piccola, tanto è diventata grande.
Crescita
Oggi Mariavittoria si è lasciata alle spalle i problemi della diplegia spastica con cui è nata e che le avevano procurato anche movimenti involontari della muscolatura agli arti superiori. La mamma l’ha fatta lavorare molto sulla postura delle mani e al colloquio con una professoressa di disegno emerse un giorno che la scolara Gregorelli era diventata tra le più bravi della classe nel disegno. Per molti è diventata un modello da seguire anche fuori dalla sua aula, più volte è andata all’Università di Scienze Motorie per spiegare agli studenti come lo sport abbia migliorato la sua salute.
Ma anche se è molto impegnata negli allenamenti di atletica – che alterna all’ippoterapia – l’attività fisica per lei è soprattutto un divertimento. Molte altre cose però la attraggono, dallo studio delle Scienze Umane al liceo Moretti di Gardone Valtrompia alla musica, dai campioni dello sport a quelli delle fantasy. Ha tanti sogni nel cuore anche se – come spesso succede a quelli della sua età – non ha ancora del tutto le idee chiare. «Mi piacerebbe fare il medico e diventare anche una scrittrice».
E quando parla dei suoi hobby, dice una cosa che ci piacerebbe sentire più spesso da tanti ragazzi. «I libri? Me li divoro». Mavi con la sua carica è presto diventata – lei la più giovane del gruppo – la mascotte del Rosa Running Team di cui veste i colori.
Quando va alle gare fa amicizia con tutti ed è stato così ad Ancona con il campione olimpico di salto in alto Gianmarco Tamberi, subito conquistato dalla sua spontaneità. C’è un selfie, di cui la ragazza è molto orgogliosa, che li ritrae assieme e che pubblichiamo in questa pagina. La piccola, la splendida Mavi continua la sua corsa nella vita perché lo ha capito sin dai primi anni : se si cade, ci si può rialzare ed andare più forte di prima.
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