Il campione del mondo di kitesurf che parla cinque lingue: la storia

C’è un ragazzo bresciano che – tra evoluzioni, spruzzi d’acqua e riflessi dorati come i suoi capelli – vola sul mare e ha appena conquistato il mondo. Si chiama Tommaso Lazzari, ha dodici anni e a Tarifa, in Andalusia, ha realizzato un sogno che sembrava troppo grande per la sua età: il titolo di campione del mondo under 14 di kitesurf nella categoria strapless. Di cosa si tratta? È una gara di trick ed evoluzioni, a bordo di una tavola priva di attacchi per i piedi e sospinta da un aquilone.
La storia

Tommaso è nato a Peschiera del Garda, mamma veronese e papà bresciano, ma da quando aveva venti giorni vive sull’isola di Boavista, a Capo Verde, dove i genitori gestiscono una struttura turistica. Cresciuto con il mare a pochi metri da casa, ha imparato presto a cavalcare le onde. Frequenta la scuola internazionale francese e parla cinque lingue: italiano, francese, inglese, spagnolo e portoghese. Figlio unico, ha trovato nella comunità del kite una grande famiglia.
La passione per la disciplina è nata quasi per caso, quattro anni fa, quando ha frequentato il primo corso al centro Kitekriol. Da allora il mare è diventato la sua casa e il vento il suo compagno inseparabile. A Tarifa, durante lo Youth Kite World Championship organizzato dalla Gka, Tommaso ha sfidato settanta ragazzi provenienti da ventuno Paesi di quattro continenti. Nella sua categoria, la strapless under 14, ha trovato avversari fortissimi, quasi tutti spagnoli. Ha vinto tutte le sfide con agilità, superando anche la semifinale nonostante un cambio di vela e barra che lo avevano messo in difficoltà, fino a una finale entusiasmante. In otto minuti di gara ogni atleta può tentare fino a otto trick: i tre migliori, valutati per varietà e difficoltà, compongono il punteggio finale.

Assi nella manica
Tommaso ha convinto i giudici con manovre spettacolari come il rodeo front e un backroll board-off mozzafiato, infilando la tavola tra le gambe in volo. Al suo fianco c’era Matchu Lopes, leggenda del kitesurf mondiale e suo coach personale. «Il segreto? – racconta papà Francesco – Tommaso in finale mi ha detto che non gli sembrava di aver fatto nulla di speciale. Forse proprio questo approccio, affrontare la gara quasi come fosse un allenamento, gli ha permesso di vincere con naturalezza».
Il successo porta con sé l’entusiasmo di un ragazzo che vede nel mare la sua seconda pelle. «Il kite è lo sport che amo di più – spiega Tommaso – insieme alla capoeira. Ringrazio i miei genitori, gli amici e i coach che mi hanno aiutato ad arrivare fin qui». Il futuro è già tracciato: Tommaso sogna le gare di onde, la disciplina più estrema del kitesurf, e guarda a Ponta Preta, a Capo Verde, come prossima sfida. Ha già affrontato onde di cinque-sei metri. Nulla pare scuotere questo giovane talento bresciano, che ha imparato a volare con il vento.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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