In poche parole

Un aeroporto conteso ma con le ali spezzate

Mentre gli scali attorno a Montichiari crescevano (Orio è diventato il terzo hub d’Italia), il D’Annunzio è rimasto un aeroporto fantasma
La pista dell'aeroporto di Montichiari (foto archivio) - © www.giornaledibrescia.it
La pista dell'aeroporto di Montichiari (foto archivio) - © www.giornaledibrescia.it
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L’aeroporto di Montichiari è stato inaugurato il 15 marzo 1999. Vent’anni fa. Negli ultimi vent’anni i passeggeri del trasporto aereo italiano sono più che raddoppiati. Dinamica simile per le merci.

Mentre gli scali attorno a Montichiari crescevano (Orio è diventato il terzo hub d’Italia), il D’Annunzio è rimasto un aeroporto fantasma. I pochi voli attivati sono spariti. La vocazione merci non è decollata. Eppure il D’Annunzio ha buone potenzialità: un piano d’area che ne garantisce la crescita, collegamenti stradali e autostradali. Bernardo Caprotti, il fondatore e patron dell’Esselunga, voleva farne l’hub del Nord Italia.

Le gestione di Montichiari è in mano a Verona. Che, per anni, non ha fatto nulla per il suo sviluppo. Anzi. Poi è arrivata Venezia, ma la svolta non si è vista. Anche Orio guarda con interesse a Montichiari. La verità è che da 20 anni ci si incartati su patti di governance e ingegnerie societarie, newco, subconcessioni, affitti di ramo d’azienda. In pratica: su chi debba comandare.

Se al D’Annunzio ci fossero voli, passeggeri, merci, questo non sarebbe un problema. Ma così non è. E allora forse aveva ragione chi (come Franco Bettoni, Federico Manzoni, Vigilio Bettinsoli) qualche anno fa, quando il Tar aveva accolto il ricorso di Brescia e Bergamo, auspicava che la concessione fosse davvero messa a gara. A quel punto avrebbe vinto il progetto industriale migliore. E il D’Annunzio, forse, sarebbe uscito dal limbo.

 

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