In poche parole

Se Grillo «sdogana» ricercatori e scienziati

Riflessioni dopo la firma del «Patto trasversale per la scienza»
Beppe Grillo e Roberto Burioni
Beppe Grillo e Roberto Burioni
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Si è fatto un gran parlare, in questi giorni, del fatto che Beppe Grillo, fondatore di un Movimento tra i cui seguaci vi sono persone critiche nei confronti dei vaccini e della loro obbligatorietà, abbia firmato il «Patto trasversale per la scienza» stilato, tra gli altri, dal virologo Roberto Burioni.

Nel patto, le forze politiche si impegnano «a sostenere la Scienza come valore universale di progresso dell’umanità, che non ha alcun colore politico», ma anche a «governare e legiferare in modo da fermare gli pseudoscienziati». E fermare, anche, l’antagonismo tra cittadini e scienziati. Un tema antico.

Già nel 1991 l’immunologo Fernando Aiuti, scomparso pochi giorni fa, diede uno schiaffo ai pregiudizi baciando in pubblico una donna sieropositiva, per dimostrare che l’Aids non si trasmette con un bacio o un abbraccio. Importante, l’impegno trasversale nei confronti della Scienza assunto da chi firma il «patto».

Impegno che sarebbe più credibile se nelle leggi di Bilancio si stanziassero più risorse per la ricerca scientifica pubblica, vero antidoto alle «bufale».  Non è così da molto tempo, perché chi governa il nostro Paese è sostanzialmente disinteressato alla ricerca scientifica, non solo medica, e alla cultura in generale come motore di sviluppo e di progresso economico e sociale.

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