Cuochi, cottura, cultura

Per conoscere e comprendere un territorio bisogna anche «assaggiarlo»
Spiedo -  © www.giornaledibrescia.it
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Impossibile trascorrere un weekend a Napoli e non mangiare pizza e sfogliatelle o tornare da Finale Ligure senza aver fatto il pieno di pesto e focaccia. Per conoscere e comprendere un territorio bisogna anche «assaggiarlo». Perché dietro ogni piatto tradizionale ci sono ricette tramandate di madre in figlia, produttori che con passione e professionalità danno vita a materie prime di tutto rispetto e chef che conquistano i palati andando alla ricerca di storia, bellezza e perfezione. Questo vale anche per il nostro territorio.

Come sarebbe Gussago senza il suo spiedo? Rovato senza il manzo all’olio? Barbariga senza i suoi casoncelli? E pensare che questi sono solo alcuni dei piatti più famosi: la nostra provincia è ricchissima di ricette che, purtroppo, anche i bresciani conoscono poco.

L’occasione per (ri)scoprirle e assaggiarle, per chi risiede da queste parti e per chi arriva da fuori (magari proprio attratto dai sapori locali), può essere la Capitale della cultura. A tal proposito 120 cuochi bresciani sono al lavoro per inserire nel menù 2023 almeno due ricette tradizionali. E i pasticcieri nostrani e orobici stanno inventando un dolce capace di unire la morbidezza del bossolà e l’aroma della torta Donizetti. E deliziare, così, bresciani, bergamaschi e turisti.

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