Il Ramadan a Brescia, raccontato dai ragazzi di seconda generazione

Nada El Khattab
È iniziato il mese più sacro per i musulmani, che digiuneranno dall’alba al tramonto per un periodo complessivo di circa 30 giorni
Il digiuno durante il Ramadan è in commemorazione della prima rivelazione del Corano a Maometto
Il digiuno durante il Ramadan è in commemorazione della prima rivelazione del Corano a Maometto
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Le quattro di mattina, silenzio eloquente, prime luci del giorno. Un bicchiere di latte e dei datteri. È il «Suhur», il pasto prima dell’alba compiuto dai musulmani durante il Ramadan.

Come funziona il Ramadan

È il mese più sacro per i fedeli dell’Islam, i quali digiuneranno dall’alba al tramonto per un periodo complessivo di circa 30 giorni. Secondo la tradizione, si tratta del nono mese del calendario islamico in cui il profeta Maometto ricevette il Corano. Motivo per cui i musulmani praticano il digiuno: per commemorare la rivelazione del testo sacro.

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A Brescia Ramadan per 40mila musulmani

Inizio e fine del Ramadan cambiano di anno in anno, in base al ciclo lunare. Sarà la fase della nuova luna crescente a decretarne l’ufficialità: il Ramadan inizia il giorno successivo al suo avvistamento e il comunicato viene annunciato dai santuari delle città di La Mecca e Medina. Esenti dal digiuno sono i bambini, gli anziani, le donne in gravidanza e i malati. Chi viaggia e le donne durante il ciclo mestruale lo sono solo temporaneamente e potranno recuperare i giorni di mancato digiuno durante il resto dell’anno.

A Brescia

A Brescia, il 43,7% degli stranieri residenti è di religione musulmana, secondo i dati statistici del Comune della città. Una quota pari al 6,8% della cittadinanza. Tra questi diversi ragazzi bresciani di seconda generazione.

«Per me questo mese ha grande importanza, a livello spirituale e fisico - racconta Yasmine Sbai, diciottenne proveniente dal Marocco -. Praticare il Ramadan nel Paese di origine è il massimo. Ci si sente accolti e compresi a pieno. E si condividono valori comuni a tutti. Farlo in Italia, a Brescia che è la mia seconda casa, è diverso - spiega -. Significa passarlo con poche persone, famiglia e amici stretti e spesso vuol dire anche essere incompresa dagli altri nelle mie scelte religiose».

Yasmine Sbai studia al liceo Gambara
Yasmine Sbai studia al liceo Gambara

Yasmine frequenta il quinto anno del Liceo Linguistico Veronica Gambara e ha un desiderio: «Mi piacerebbe che venisse dato più peso a questo periodo dalla comunità bresciana. Più attenzione, più comprensione. Qualche anno fa una mia amica ha voluto digiunare con me - continua -. Non me l’aspettavo, ma al termine della giornata mi ha confessato che è stato impegnativo ma bello. Questa è stata una dimostrazione che nessuna religione divide. Una volta che si accoglie il nuovo, ogni forma di pregiudizio cade. Vorrei che più persone avessero lo stesso approccio curioso».

Carica spirituale

Munahil Yashir è iscritta a Ostetricia
Munahil Yashir è iscritta a Ostetricia

Digiuno ma non solo. Durante il mese, gli osservanti si astengono dal cibo ma anche dai rapporti intimi dall’alba al tramonto, ed è ancora più forte l’invito ad astenersi da comportamenti violenti e dalle menzogne. «Questo è un periodo da me tanto atteso per ritrovare la mia carica spirituale. Non dovendo dedicare parte della giornata a fare la spesa, cucinare e mangiare, ho più tempo per me - spiega Munahil Yashir, studentessa al primo anno di Ostetricia presso l’Università di Brescia -. Per esempio, io cerco di sfruttarlo ampliando lo studio universitario. E questo, per me, è un atto di fede perché è una forma di amore verso se stessi». Munahil ha 21 anni e ha origini pakistane. Per lei il Ramadan è una scoperta continua di sé: «Non avrei mai pensato di poter fare certe cose prima. È incredibile cosa corpo e mente riescano a fare durante un digiuno. Non si tratta solo di religione, è molto di più».

Con il pensiero rivolto a Gaza

Abderrahmane Daoud El Idrissi è studente di Filosofia
Abderrahmane Daoud El Idrissi è studente di Filosofia

Un periodo che invita quindi alla spiritualità e di grande unione della collettività. Inevitabile la vicinanza di alcuni musulmani bresciani nei confronti della popolazione di Gaza, costretta a digiunare in condizioni brutali. «Non so se abbia senso celebrare il Ramadan mentre i cittadini palestinesi versano in situazioni disumane - confessa Abderrahmane Daoud El Idrissi, studente di Filosofia presso la Facoltà di Brescia e originario del Marocco -. So che il digiuno è un percorso intimo e personale, in cui la persona è spinta a correggere determinati paradigmi mentali. Credo, quindi, che questo mese aumenterà la vicinanza di tutte le comunità arabe alla Palestina».

La scelta di non farlo

Per altri, invece, la scelta di non fare il Ramadan mette a dura prova la propria libertà di coscienza. «Ho sempre fatto il Ramadan, fino al secondo anno di superiori - racconta Naima, nome di fantasia -. In quegli anni ho iniziato ad avere problemi di salute che mi impedivano di digiunare. Oggi, per fortuna, sto bene. Ma la mia scelta di non praticarlo continua. Quando ero obbligata a non farlo per motivi medici, le persone intorno a me capivano, quando è diventata una mia scelta, hanno smesso - spiega -. Rispetto la religione che mi è stata insegnata, ma non ne condivido molti principi. Non mi sento rappresentata a pieno. Non mi definisco atea, ho una spiritualità che è mia e non mi va più di giustificarmi». Per la giovane, che ha deciso di restare anonima, non è semplice vivere questa decisione in un ambiente che spesso è intollerante. «È difficile parlarne con i genitori e qualora si riuscisse, la risposta è spesso “Rispetta la tua famiglia e la tue tradizioni”. Credo che questo rappresenti un’angoscia di tanti ragazzi di seconda generazione e di origine musulmana. Parlarne in modo costruttivo e in libertà può essere di aiuto per molti a fare le proprie scelte senza timore».

Come ogni anno, il Centro Islamico di Via Corsica di Brescia organizza serate di Iftar con le comunità islamiche della città per rompere insieme il digiuno. Gli incontri saranno aperti a tutti i cittadini - musulmani e non - e avranno durata per l’intero periodo del Ramadan (info sulla pagina Instagram del Centro culturale islamico).

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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