Andrea e Matteo Filippini, i due fratelli piloti premiati da Ryanair

Dici fratelli Filippini e a Brescia viene subito in mente il pallone. In questo caso, però, la passione per il calcio non c’entra: a metter le ali ad Andrea e Matteo è una passione condivisa per l’equilibrio, la velocità, il vento. E per quella straordinaria forza che sospinge gli oggetti nell’aria, fino ai confini del mondo. I due Filippini da Gussago sono fratelli e piloti. Di più, comandanti con alle spalle migliaia di ore di voli di linea.
Un traguardo che Matteo ha celebrato nei giorni scorsi al quartier generale di Ryanair a Dublino, dove si è tenuta la tradizionale «Wings Ceremony».

Con lui, ospite d’eccezione, c’era il fratello maggiore Andrea, comandante dal 2015: «Mi ha comunque battuto, perché all’epoca avevo 32 anni, mentre lui ne ha solo 29» scherza con orgoglio evidente. Ma quella a Dubino è stata a tutti gli effetti una festa condivisa, «perché quando sono approdato a Ryanair, nel 2017, non avevo potuto partecipare alla mia cerimonia: troppo lavoro. Mi ero ripromesso di recuperare quando fosse toccato a Matteo, e così è stato. Ci hanno accolti entrambi con calore e hanno premiato anche me, nonostante fossero passati ormai otto anni».

Carriere
Andrea è un pilota di grande esperienza. Formatosi all’Aeroclub di Varese, inizia la sua carriera in Turchia, alle pendici del Tauro, pilotando i Boing 737 della compagnia Pegasus. Dopo un trasferimento a Istanbul, passa nel 2010 ad AirItaly e poi a Small Planet, fino alla svolta nel 2011 con l’approdo ad Oman Air, dove rimane fino al 2017. «È stato il periodo più bello – ricorda –. Coprivo tratte di corto-medio raggio, che mi portavano dall’India a Zanzibar, dalle Maldive allo Sri Lanka... Lavoravo con colleghi provenienti da tutto il mondo, che sono nel tempo diventati amici. Mi hanno insegnato che non c’è un unico modo di vivere e che, se ti abbandoni all’avventura, capisci che oltre le differenze ci sono le persone».
La chiamata che determina il cambio di rotta arriva mentre Andrea è in Nepal: «È morto mio nonno e io ero lontano. Avevo 34 anni e ho capito che volevo riavvicinarmi a casa». Da lì l’approdo a Ryanair, dove l’anno successivo arriverà anche Matteo.
Sulle orme
Il piccolo di casa Filippini, classe 1996, decide di seguire le orme del fratello dopo il diploma al liceo scientifico: «All’inizio è stato uno choc – confessa Andrea –. Per la prima volta mi sono sentito responsabile, come un papà. In realtà lui si è dimostrato più che all’altezza, sempre camminando con le sue gambe. Dopo l’abilitazione alla scuola portoghese di Ponte de Sor è stato subito assunto da Ryanair. Ai miei tempi – ride – io ero stato scartato».

E mentre Andrea attualmente è di stanza a Bergamo, Matteo fa base a Marrakech: «Ci è capitato di volare insieme, qualcosa come cinque volte in sette anni. La compagnia tendenzialmente evita di appaiare i familiari, ma quando capita è bellissimo. La prima volta è stata un’emozione indescrivibile. Mancava solo nostro fratello Paolo, che però fa tutt’altro. Vedremo di far prendere il brevetto anche a lui».
Quando non sorvola i cieli d’Europa, Andrea si prende cura dei suoi tre bimbi, che sono la sua avventura più grande. «Magari un giorno, quando saranno cresciuti, tornerò a coprire tratte più lunghe. C’è tempo. Prima dovranno imparare a volare con le loro ali».
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