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Due volte intorno al mondo e 11 lauree: la vita eccezionale di don Angelo

Il sacerdote di Passirano, che ha compiuto 93 anni, ha conseguito un master in giornalismo pochi giorni fa e parla sette lingue
Don Angelo Veraldi - © www.giornaledibrescia.it
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Occhi azzurri allegri, sorriso contagioso, vivacità e prontezza di spirito invidiabile per la sua età. Don Angelo Veraldi ha tagliato due mesi fa il traguardo dei 93 anni, ma non è certo l’età - veneranda soprattutto per un uomo - la sua caratteristica più straordinaria.

Il sacerdote di Passirano, che parla sette lingue (inglese, francese, tedesco, spagnolo, portoghese, italiano e, ovviamente, latino), ha conseguito il 18 dicembre il suo undicesimo titolo universitario, tra lauree e master. E nella sua lunga vita sacerdotale ha girato tutto il mondo: «Due volte» sottolinea ridendo orgoglioso.

La vita

Secondo di dieci figli nati nell’arco di 22 anni, il giovane Angelo, a 18 anni, decide di entrare in seminario («mia madre mi ha chiesto più volte se fossi sicuro della mia scelta») e da lì parte un percorso eccezionale. La prima messa nel 1956; seguono le esperienze da curato nelle parrocchie di Provezze e Buffalora e, quindi, l’arrivo a Roma. Qui, nel 1975, consegue la prima laurea in Biblica. Parallelamente diventa cappellano militare col grado di tenente in Marina e di Capitano nell’Esercito, e passa da Firenze, Roma e Udine;Taranto, dove si ferma tre anni, poi la Calabria e la Sicilia.

Per 10 anni, poi, è stato cappellano sulle navi da crociera e, tornato nel Bresciano, ha insegnato per 8 anni inglese a Iseo, Rovato, Chiari, Palazzolo e Orzinuovi. «Col mio metodo - assicura - si impara la lingua in 10 lezioni».

Tutti «lavori» che gli permettono di esprimere appieno quella che per lui è una vera e propria vocazione: «Sono fortunato - dice -, il Signore mi ha dato un carattere felice e questo mi ha aiutato nel mio ministero che è consolare». Ed educare. Infatti il sacerdote ricorda chiaramente le lezioni di storia e arte ai militari, le visite ai musei e le gite.

«Basta poco con i giovani - sottolinea - se stimolati a dovere ti danno cose grandi». E aggiunge: «Non serve a nulla rimproverarli o essere severi». E racconta di quella volta in cui un ragazzo gli ha detto, per provocarlo, che non andava mai in chiesa e lui gli ha risposto, tranquillo, «Ci andrai». Si commuove solo quando ricorda il dolore di un giovane che, per una malattia, stava perdendo la vista e che non aveva il coraggio di parlarne con la famiglia.

Lo studio

L’altra passione del 93enne è l’approfondimento: «La mia tesi di giovedì - spiega -, per il master di giornalismo, verteva sul bullismo etnico». Un argomento attualissimo che tratta di migrazioni, discriminazioni e rapporti tra culture. E allora viene spontaneo chiedergli se sta già pensando alla prossima laurea. Ad appendere il computer - sì, perché don Angelo non scrive solo con la penna, ma ha un portatile - al chiodo non ci pensa proprio:«Mi piacerebbe approfondire la liturgia, in particolare vorrei studiare la Croce, il simbolo, il valore e il significato».

Il 93enne vive ancora solo nella sua casa di Passirano; ad aiutarlo c’è Alina che - ci tiene a dirlo - «è un’ottima cuoca». E aggiunge sereno: «Sono molto contento del mio percorso e delle mie esperienze».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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