Due alpini di Berlinghetto a piedi verso l’Adunata di Biella

Aronne Platto e Nicola Zotti raggiungeranno la città piemontese «sulle orme dei pellegrini», oltre la malattia e più forti e caparbi della sorte
Aronne Platto e Nicola Zotti
Aronne Platto e Nicola Zotti
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Una sfida con sé stessi in un sogno accarezzato da anni e finalmente realizzato. Oltre la malattia e più forti e caparbi della sorte che alla volte si sa, può accanirsi.

Per questo l’avventura cominciata oggi e che stanno vivendo due alpini già del 6° e appartenenti al Gruppo di Berlinghetto, ovvero Aronne Platto e Nicola Zotti, entrambi 48enni, ha il sapore delle sfide di altri tempi. «Raggiungeremo Biella (sede dell’Adunata degli alpini dal 9 all’11 maggio ndra piedi e come i pellegrini troveremo da dormire dove capita. La nostra presentazione la portiamo sul capo: il cappello alpino che è più di un simbolo. Arriveremo a Biella, ovvero tra 200 chilometri forse venerdì pomeriggio oppure sabato.

La nostra meta non è l’arrivo ma il viaggio insieme, vivendo questi momenti intensamente, minuto dopo minuto, anche per chi non lo può fare o semplicemente pensa di non poterlo più realizzare» spiega Aronne Platto, già Capogruppo degli Alpini di Berlinghetto e uscito da un lungo calvario in cui gli hanno asportato un rene e il pancreas.
«Già oggi abbiamo conosciuto persone splendide: in serata ci siamo presentati al parroco di Ghisalba che pur non aspettandoci ci ha aperto dopo aver suonato alla sua porta. Dormiremo grazie a lui in oratorio e una signora, una parrocchiana, ci porterà la cena: una pasta calda. Don Simone non ha avuto esitazioni: chi ha aperto e ci ha accolto come vecchi amici e questa è la gioia che esplori e che ti fa capire che c’è ancora umanità oggi» continua Platto.

Verso Monza

Domani mattina la partenza è per Monza. Un altro tratto di strada impegnativo a piedi nel traffico in un lento avvicinamento a Biella. «Non abbiamo nulla da insegnare o da esibire: facciamo questo cammino sulle orme dei pellegrini, perché il nostro è un viaggio antico verso la vita, il senso dell’amicizia e della condivisione. La meta è l’Adunata dove abbiamo tanti amici che grazie ai social ci stanno seguendo. Stiamo vivendo la metafora stessa della vita: difficoltà, cammino, albe e tramonti. Volti che scorrono e sorrisi che catturano. Noi camminiamo in silenzio o scambiandoci qualche battuta, ma sempre insieme.

Non abbiamo vergogna a chiedere ospitalità: a noi va bene anche dormire in terra. Lo facevano i nostri nonni nelle transumanze, lo facciamo noi in questa sorta di ritorno alla vita, fatto di cose semplici e bisogni elementari. Abbiamo dei compagni con noi: la provvidenza e la speranza. Due facce della stessa medaglia a cui tutti devono attaccarsi quando la soglia della vita sta arrivando e ti senti quasi vinto. Ma poi vedi che davanti a te c’è un orizzonte, un sole anche se pallido, le montagne. E il cammino, come la fiducia che riponi nelle altre persone che ti dicono di non lasciare a terra quello zaino…» concludono le due penne nere.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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