Dalla Bassa all’Australia: come tutto cambiò quel giorno del 1970

A volte basta un piccolo gesto per cambiare per sempre la vita delle persone. È accaduto a Renato Bettoncelli, nativo di Verolanuova, ma dal 1970 residente in Australia con la famiglia, dopo aver compilato un modulo – come ci dice lui – per caso.
Renato in questi giorni è a Verolanuova: per una messa in ricordo della moglie scomparsa ad agosto del 2023, per un saluto ai parenti, e per ritrovare anche i suoi Golden Boys (gruppo di giovani da lui fondato decenni fa, in alternativa agli scout). Perché dopo 56 anni di vita dall’altra parte del mondo, il legame con la terra di origine c’è ancora. Con lui i figli (quattro femmine e un maschio) e un genero.

La storia
La storia di Renato – che ha 13 nipoti e 14 pronipoti – ha un sapore particolare. Sposatosi a vent’anni con la moglie Loredana che ne aveva 16 – era il 1966 –, lavorava a Lumezzane per la Saleri Italo, dove si facevano pezzi di ricambio venduti in Italia e in tutta Europa. Il figlio del suo titolare – proprietario di un albergo della zona – gli chiese se volesse arrotondare, lavorando anche per lui. Renato accettò la proposta, ma la possibilità di avere soldi in più lo spinse ad accettare anche un terzo lavoretto: ritirare pentolame e posate da vendere durante il fine settimana in sella alla sua Apecar.

Il destino
Fu durante uno di questi viaggi che tutto cambiò: «Ricordo che un giorno – dice Renato –, mentre andavo verso Verolanuova, trovai un giovane autostoppista diretto nella Bassa e lo presi con me. Prima però aveva dei documenti da sistemare per partire per l’Africa. Lo accompagnai all’ufficio e vidi questo poster enorme con scritto “Venite in Australia con 17.000 lire”. Compilai la richiesta, tanto per passare l’attesa, e tornai a casa senza pensarci.
Qualche mese dopo il Consolato australiano ci convocò a Milano. Lì ci fecero una visita, domande varie e verificarono la disponibilità a lavorare in Australia. Accettammo. Era il 1970. Io, mia moglie e i nostri tre figli (la più piccola aveva 8 mesi) salimmo su una nave e la nostra vita ebbe una svolta che mai avrei immaginato».
Il viaggio e la nuova vita
Sono 28 i giorni che i Bettoncelli passarono sulla nave, circumnavigando l’Africa, prima di arrivare in Australia. Una volta giunti vicino a Perth iniziò la loro nuova vita.
Loredana si occupava della casa (le ultime due figlie sono nate in Australia) e Renato cominciò a lavorare in una grande segheria. Poi, dei conoscenti bergamaschi gli proposero di lavorare per la Transfield, una società fondata da due italiani negli anni Cinquanta.

Da operaio, Bettoncelli divenne caposquadra e poi responsabile di cantiere, specializzato nella costruzione di ponti e grandi strutture, come a Whyalla e a Port Augusta, e anche all’estero.
«Non sapevamo una parola di inglese – ricorda – ma chi ci stava attorno, italiani compresi, ci aiutò ad inserirci in quel mondo tutto da scoprire. Amo l’Italia e le mie radici, ma se dovessi tornare indietro, ecco, quel modulo lo compilerei ancora».
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