Storie

«Non ho esitato»: così ha salvato una donna aggredita da due rottweiler

Alice Scalfi
Maurizio Bicelli ricostruisce quei momenti concitati al Villaggio Sereno di Brescia: un racconto lucido e intenso di chi ha scelto di non voltarsi dall’altra parte
Maurizio Bicelli ha soccorso una donna aggredita da due rottweiler © www.giornaledibrescia.it
Maurizio Bicelli ha soccorso una donna aggredita da due rottweiler © www.giornaledibrescia.it
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Quella sera di marzo non c’era tempo per i discorsi. C’erano una donna e un cane che se la stavano vedendo davvero brutta. Maurizio Bicelli ha fatto l’unica cosa che gli è sembrata possibile: è sceso dall’auto.

Oggi, a distanza di mesi e con quei ricordi ancora stampati in testa, la racconta così: «Forse è più difficile salvare le persone con le parole che con i gesti».

L’episodio risale al 25 marzo, al Villaggio Sereno di Brescia. Luisa Predolini stava passeggiando con il cane verso l’area cani quando due rottweiler, liberi e senza custodia, si sono avventati contro l’animale. Uno lo ha sollevato e scaraventato a terra, l’altro ha puntato la donna. Lei è caduta, con il guinzaglio incastrato al polso, ritrovandosi il muso di uno dei cani a pochi centimetri dal volto.

Più d’uno ha visto la scena. Qualcuno si è fermato. Tra questi Bicelli, che ha mollato l’auto in mezzo alla strada ed è intervenuto a mani nude. Calci, pugni, tentativi di separare gli animali. «La femmina era la più cattiva, attaccava la persona. Il maschio scuoteva il cane come fosse un giocattolo», racconta. Sono stati minuti concitati, una vera colluttazione.

Alla fine Bicelli è riuscito a caricare il cane ferito in auto e a far salire anche la donna, sotto shock. I due rottweiler si sono allontanati correndo verso casa. Lui li ha seguiti in retromarcia, mentre lei gridava e piangeva. «È stata una guerra», dice. «È durata minuti, ma sembravano ore».

Le conseguenze non sono state lievi. La donna ha riportato la frattura di un dito della mano sinistra, un morso superficiale alla mano destra, una distorsione alla caviglia e una contusione all’anca. Il cane se l’è cavata con morsi e lacerazioni nella parte posteriore. Bicelli ha avuto lividi ai piedi per settimane e problemi alle ginocchia. Non ha mai chiesto risarcimenti.

La ferite riportate dal cane aggredito al Villaggio Sereno © www.giornaledibrescia.it
La ferite riportate dal cane aggredito al Villaggio Sereno © www.giornaledibrescia.it

Chi è

Sessant’anni da compiere, Bicelli è una figura conosciuta al Carmine, dove da venticinque anni gestisce una piadineria diventata punto di riferimento della notte. «Sono lo zio di tutti», dice. I ragazzi lo conoscono, i cani pure. «Al Carmine entrano in fila a mangiucchiare». Anche i rottweiler: «Ce n’è uno cattivissimo che gira con la museruola. Con me è tranquillo».

Da giovane praticava arti marziali, ha alle spalle sette interventi chirurgici e una vita che definisce «tribolata, ma fatta tutta». Continua a fare quello che ha sempre fatto: parlare, ascoltare, intervenire. «Il sapere è importante», ripete. «Capire le persone, e gli animali, evita di arrivare a queste scene».

Oggi che il Natale è alle porte e le giornate si accorciano, la storia riaffiora anche per questo: perché non parla di imprese eccezionali, ma di una scelta semplice fatta nel momento giusto.

Quella sera al Villaggio Sereno non c’erano analisi da fare. C’era solo da scegliere se restare in auto o scendere. Bicelli non ha avuto dubbi. È sceso.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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