Da videonoleggio a impero delle action figure: la storia di Cinematoys

I negozi di videonoleggio sono scomparsi all’incirca una decina di anni fa. L’ultimo blockbuster in Italia ha chiuso nel 2012. Qualche altro privato ha resistito un po’ di più, arrendendosi poi definitivamente allo strapotere del web. Prima i programmi per scaricare film (ah i download infiniti!) e poi le piattaforme di streaming hanno preso il posto delle videocassette e dei dvd sugli scaffali. La normalità di oggi, ieri erano una tessera e un negozio vicino a casa, magari con la distribuzione 24 ore su 24 che poteva svoltarti la serata.
Un servizio utilissimo, certo. Ma essenziale soprattutto per provare la sensazione di essere in un film americano. In quelle pellicole dove «che film guardiamo stasera? Blade Runner o Il Padrino?». Di corsa in videoteca, hamburger sul divano e schermo acceso. Blockbuster e tutti i suoi simili tra la fine degli anni Novanta e i primi Duemila sono stati per molti un piccolo pezzo di sogno americano a portata di mano. E adesso? Non tutti hanno voluto svegliarsi.
La scelta
Videonoleggio, cinema, passione. Aggiungiamoci fumetti e qualche cartone animato e abbiamo Antioco Puggioni. Cinquantacinque anni vissuti mescolando questi ingredienti. Da passatempo fanciullesco a un lavoro che per lui è il più bello del mondo. Quando si entra da Cinematoys a Castel Mella si ha un po’ la stessa faccia di Kevin quando entra nel negozio del signor Duncan a New York in Mamma ho perso l’aereo. Incalliti cinefili o svagati frequentatori di sale, troverete per forza un oggetto che vi colpisce: una statuetta, una maschera, un portachiavi.
Puggioni vende action figure (fedeli riproduzioni di personaggi dei film e dei cartoni animati), ma prima aveva un videonoleggio. Inizia nel 2000, poi arriva la banda larga, i film si iniziano a scaricare, «è la pirateria che ha ucciso i videonoleggi, non Netflix» sottolinea. Tutto il percorso detto prima insomma. A fare la differenza, però, nel negozio di Castel Mella è stata la lungimiranza. Da subito infatti Puggioni inizia ad arredare la sua videoteca con pezzi da collezione. E scopre che i clienti sono interessati. Da collezionista a venditore il passo può essere breve. «Abbiamo iniziato a vendere online che c’era l’Adsl con il doppino, non lo faceva nessuno. È arrivato eBay e siamo riusciti a sfruttarlo. Quando i videonoleggi stavano chiudendo per me quegli introiti valevano già solo il 10% del fatturato».
Tra gli scaffali
Ogni cosa messa in vendita spariva dopo cinque minuti e adesso Cinematoys fattura cifre importanti, vendendo in tutto il mondo. «Da Borgosatollo all’Arabia e poi gli Stati Uniti e il Regno Unito», dice sorridendo Puggioni. Il mercato è in continua evoluzione e – restando di nicchia – ha una clientela piuttosto variegata, a dispetto dei luoghi comuni. Mia moglie una volta mi ha detto: «Vedrai che quando invecchieranno i clienti venderemo di meno». Invece ci sono dei ragazzi giovanissimi che si informano e vengono a chiedermi dei pezzi di assoluta qualità. Vogliono Godzilla, ma quello del ’54: sanno perfettamente di cosa parlano».
Persone con una buona disponibilità economica certo, perché tutti i prodotti che ci sono sugli scaffali – e nell’infinito magazzino – di Cinematoys sono di qualità. I supereroi, i «villains» (c’è un Teschio Rosso bellissimo), le attrezzature e le armi. Tutto rifinito alla perfezione. Una piccola Hollywood, che lascia però spazio anche all’animazione giapponese e ai personaggi dei cartoni animati che hanno fatto la storia del genere.
Un drone di Star Wars in scala 1:1 può arrivare a costare 16mila euro. «Ma anche le statue di Iron Man a grandezza naturale, 2 metri e 10 per 100 kg, costano moltissimo. I busti in resina toccano gli 8mila euro e le statue anche i 20mila». I più gettonati restano comunque i robot anni Ottanta: Puggioni ha venduto 1.000 kit di montaggio di Goldrake e sotto Natale ne spedisce anche 40 al giorno. In Italia, Francia, Malta e nei Paesi arabi è il robot più venduto in assoluto. «Probabilmente perché quando è arrivato qui nel ’78 non c’era un bambino che non lo guardasse».

Non ci si dimentica però del cinema italiano, spesso bistrattato, ma in grado di creare personaggi che restano nell’immaginario collettivo. Il più famoso è senza dubbio Fantozzi. «Hanno cominciato a creare le action figure di Bud Spencer e Terence Hill, che vanno di brutto. Poi tutto il mondo di Fantozzi. C’è il fornaio Cecco con lo “sfilatino specialo”, la signorina Silvani e anche tutta la famiglia al completo».
Era d’oro
Il mercato è prettamente maschile, ma Puggioni precisa che negli ultimi anni anche molte donne si sono avvicinate al mondo della action figure. Si trova tutto. Dai prezzi più bassi a quelli più alti, genere per genere. Strizzando però sempre l’occhio a un periodo decisamente florido per il cinema. «Io ho avuto la fortuna di vivere gli anni Ottanta – spiega Puggioni –. Terminator, Alien, Predator: sono nati tutti in quegli anni e le saghe continuano ancora oggi. Star Wars non ha più smesso di uscire ad esempio. E anche le serie nuove che hanno fatto successo, come Stranger Things, devono tutto a quegli anni. Discorso a parte per Ritorno al futuro: non hanno più fatto film, ma è un successo che dura in eterno».

Si deve invece fare un passo oltre per trovare il film che ha permesso ad Antioco di vendere il suo primo articolo. Edward mani di forbice uscì nel 1990: l’action figure che rappresentava Johnny Deep nei panni dell’eccentrico personaggio ideato da Tim Burton fu la prima che passò dalla sua collezione personale a un cliente. Oggi il volume d’affari è aumentato a dismisura e da Cinematoys ci lavora tutta la famiglia.
La parola d’ordine è qualità. «Adesso abbiamo una confidenza tale con le aziende produttrici per cui ci avvisano anche anni prima se decidono di mettere in vendita tirature limitate di articoli – sottolinea Puggioni –. Il prezzo dipende certamente dalla disponibilità, ma anche dal pregio del prodotto. Noi compriamo solo articoli originali e licenziati, che passano delle forche caudine per i materiali usati e l’utilizzo dei diritti. L’action figure originale ha una licenza, è dipinta a mano benissimo e ha dei dettagli perfetti».
La passione
La bellezza del negozio deve molto a Puggioni e alla sua vasta conoscenza cinematografica: oltretutto ha collaborato per molti anni con Ciak Magazine, la rivista italiana di cinema più conosciuta e più autorevole. Come sempre in questi casi la domanda sorge spontanea. Quali sono i suoi film preferiti? «Dico due saghe: Il signore degli anelli e Star Wars. Però mi piace tutto il cinema, vado spesso nelle sale e guardo qualsiasi cosa», conferma. A questo si aggiunge l’immutata infatuazione per i fumetti. «Ne leggevo vagonate quando ero piccolo: mi portavo quelli di Batman al bar, mentre i miei amici leggevano la Gazzetta. Tutt’ora conservo questa passione».

Antioco ormai vende tantissimi articoli, alcuni anche su richiesta, ma qualcosa non uscirà mai dalla sua collezione. «Ho le spade laser di Star Wars autografate dagli autori: quelle sono una cosa a parte. Resteranno per sempre mie». Il rapporto tra Hollywood e Puggioni non si esaurisce però qui perché – evidentemente – tra intenditori ci si capisce. «La moglie di Colin Trevorrow, il regista di Jurassic World, ha comprato delle action figure di Harry Potter da noi: non si è presentata, ma ho visto che l’indirizzo di spedizione era quello della casa produttrice, allora le ho scritto e mi ha spedito una locandina con dedica e autografo del marito».

E poi c’è Peter Jackson, il regista del Signore degli Anelli. «A lui ho spedito delle aquile di Spazio 1999 (una serie televisiva britannica, ndr). Non ho parlato direttamente con Jackson, però l’indirizzo di consegna era quello della sua casa di produzione in Nuova Zelanda».
Ne Il Cavaliere Oscuro c’è una frase pronunciata dal commissario Gordon: «Non l’eroe che meritavamo, ma quello di cui avevamo bisogno». Da Cinematoys potete scegliere quello che meritate o quello di cui avete bisogno. Che sia un «un guardiano silenzioso che vigila su Gotham» o un ragioniere che mette in risalto i tratti tipici della società italiana.
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