Tullio e Giusi: via Lamarmora saluta i suoi parrucchieri

«E io adesso dove vado?». È la frase più pronunciata nelle ultime due settimane in via Lamarmora 314. Ad innescarla è un annuncio: «L’ultimo sabato dell’anno chiudiamo».
E così sarà: proprio oggi si alza per l’ultima volta la saracinesca dell’attività storica di Tullio Petrilli e Giusi Tanfoglio - compagni nella vita e nel lavoro. Sotto i portici del condominio Centro Sud, diventato nei decenni parte dello stesso skyline della città, il salone di Tullio ha aperto nell’aprile del 1973. E, attraversando oltre mezzo secolo della storia di Brescia, a suo modo ne rappresenta un tassello raccontando anche il fenomeno dell’emigrazione e lo sviluppo di un commercio di prossimità ormai in via d’estinzione.
La storia
Era arrivato da Foggia cinque anni prima il 22enne Tullio quando decise di mettersi in proprio. Alle spalle aveva già un’onorata gavetta: a metterlo in un salone, all’età di soli 7 anni, era stata la mamma. Faceva il garzone da un barbiere nel suo paese natale in Puglia. Gli anni passavano tra spazzate a terra e insaponature di barbe, ma quella piccola realtà del profondo meridione gli stava stretta e allora, a 17 anni, decise di emigrare al nord. Tullio arrivò così a Collebeato, dove iniziò a muovere i primi passi da barbiere: poi tre anni e mezzo in una bottega di via Martinengo Cesaresco e nove mesi in via delle Grazie. A 22 anni i tempi erano maturi e trovò un bello spazio nel nuovo complesso in via Lamarmora. Quando Tullio aprì il suo negozio all’inizio del 1973, lo sviluppo edilizio di Brescia proseguiva a velocità sostenuta tanto che l’ultimo palazzo del condominio Centro-Sud era in costruzione.
Dopo otto anni nel salone è arrivata Giusi: il salone si amplia e inizia a servire anche le donne. Ma dal rapporto professionale tra Tullio e Giusi ne nasce anche uno sentimentale, che culmina nel matrimonio nel 1988. Quarantaquattro anni sempre insieme, in casa e al lavoro. Una storia d’altri tempi. Così come d’altri tempi è l’accoglienza riservata a generazioni di clienti nel corso di 52 anni in questo salone dallo stile essenziale dove non mancava mai una copia del Giornale di Brescia.
Il bilancio
«Mi sono divertito - confessa Tullio, sempre con le forbici in mano -, il lavoro mi è sempre piaciuto e ho fatto ciò che volevo per tutta la vita. Ho avuto delle belle soddisfazioni anche dai miei clienti».
Di lavoro, poi, qui ce n’è sempre stato: «I primi anni lavoravo anche 12 ore, fino a sera inoltrata. Il lavoro non è mai mancato, neanche in questi anni, anche se non c’è paragone col passato. Il momento più difficile di questi cinquant’anni è sicuramente stata la pandemia da Coronavirus. Ma poi ci siamo subito ripresi».
Ora, però, per Tullio e Giusi è tempo di riposo: «Ci godiamo la meritata pensione - dicono i due parrucchieri - faremo finalmente qualche viaggio. C’è un po’ di tristezza, ma ogni storia ha una fine».
E allora in via Lamarmora queste festività coincidono con l’omaggio spontaneo di decine di clienti, per salutare chi per mezzo secolo è rimasto in piedi dietro una sedia, con forbici strette tra le mani e sul volto l’espressione di un amico.
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