Il volley a tempo pieno: Irene Favero da 10 anni guida il Torbole

Quelle parole colpirono come pietre, ci entrarono dritte nel cuore. Le scrisse nel 2021 Irene Favero, fisioterapista in riabilitazione pneumologica, da uno dei tanti fronti di guerra nella battaglia al Covid. «Ho visto un alpinista che l’anno scorso scalava il monte Rosa incapace di alzarsi da una sedia, un paziente amputato a una gamba a causa dei danni provocati dal virus e troppe persone lasciare questo mondo».
E la domanda era: «Perché far ripartire i campionati con una semplice autocertificazione? Non è giusto obbligare a tornare in palestra fra mille paure e mettere a rischio tante giocatrici che, dovessero andare in quarantena, rischierebbero di perdere il lavoro». Si preoccupava soprattutto per loro, mettendoci la faccia come ha sempre fatto nella vita.
Scomoda, diretta, mai banale, molto speciale: è fatta così Irene Favero, 44 anni, una delle allenatrici più vincenti della nostra pallavolo. Dove va conquista campionati, valorizza giovanissime, apre cicli e, dopo quello con l’Ospitaletto, portato dalla D alla B2, ne sta completando un altro a Torbole, dove è arrivata dieci anni fa, quando la squadra era in Prima divisione.

Adesso la squadra è in piena lotta per salire in B1, dopo essersi garantita per la seconda volta in tre stagioni la partecipazione ai play off. A caratterizzare la carriera di Irene, oltre alle qualità tecniche, è la straordinaria capacità di entrare in sintonia con le ragazze che allena.
Spesso abbiamo un’idea sbagliata del concetto di fare gruppo, a volte interpretato con gesti eclatanti, urla o proclami. Irene non fa nulla di tutto questo. «Conquistarsi il rispetto è la prima cosa – spiega –, e io mi lascio contaminare dalla spirito che si è creato nella squadra cercando di comprendere la condizione mentale di ogni giocatrice. Ognuna di loro è un mondo che va compreso e ascoltato nella sua complessa diversità. Noi donne siamo terribili perché abbiamo una memoria di ferro e ciò che più ci ferisce è l’incoerenza nei comportamenti, in palestra e fuori. La credibilità in un gruppo femminile te la conquisti soprattutto con le scelte che fai». Difficile vederla sbraitare con le giocatrici durante un tie-break. «Le parole ci sono, usiamole – ammonisce –. Io penso che, dopo un errore, la prima a essere dispiaciuta è chi lo ha commesso. Invece che rimproverarla bisogna darle il consiglio giusto, perché non lo commetta di nuovo».
Tempo pieno
Favero parlerebbe di pallavolo per ore. Tra l’altro ora vive questo sport a tempo pieno, dopo aver lasciato il lavoro di fisioterapista che pure ha svolto con tanta passione per molti anni. «La società ha voluto affidarmi la completa gestione tecnica, mi occupo anche della crescita del vivaio e le mie giornate cominciano e finiscono in palestra», racconta.

Il momento più brutto arriva dopo le partite. «Ancora carica di adrenalina, finisco col dormire pochissimo. Rivivo mentalmente la serata e cerco di capire se e dove ho sbagliato. Ho imparato a non rimpiangere mai un mancato intervento dalla panchina. Se in partita vedo che qualcosa non funziona provvedo immediatamente a un cambio per non pentirmene poi dopo».
Pur avendo la mentalità e il ruolo di professionista, Irene è perfettamente consapevole del contesto in cui si muove. «Alleno ragazze che vengono in palestra dopo una giornata di studio o di lavoro, non posso pretendere da tutte un rendimento da 10. Ma se una vale 6, mi aspetto che me lo dia. Magari, assieme, lo portiamo al 6.5 o 7».
Non sarebbe rispettoso per il Torbole – il club che l’ha definitivamente lanciata – auspicare a Irene una carriera a livelli più alti. «Lo dico con estrema sincerità – spiega - sono troppo concentrata su quello che faccio ogni giorno per pensare al futuro, specie ora che ci stiamo giocando qualcosa di importante. Quel che è certo è che per una donna il cammino è più difficile, i pregiudizi sono ancora tanti non ce n’è una che alleni in A1». L’impressione è che Irene – come ha sempre fatto nella vita – voglia conquistarsi tutto con le sue mani e che, gradino dopo gradino, voglia costruirsi il proprio futuro proprio con il Torbole.
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